Seconda dose a giugno? C'è chi dice no: «Per fare il richiamo mi saltano le ferie: spostate la data»

Martedì 11 Maggio 2021 di Davide Piol
Gli snob del vaccino: chi rifiuta Astrazeneca, chi richiede appuntamenti consultando l'agenda
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BELLUNO La seconda dose a giugno? C’è chi dice no. «Sarò in ferie – ha risposto qualche cittadino al dipartimento di Prevenzione – Non si può spostare l’appuntamento?». Dopo le forniture in ritardo, le sospensioni improvvise di AstraZeneca da parte di Ema e di Aifa, i no-vax, ora si aggiunge alla lista anche la categoria degli altezzosi. Coloro cioè che pensano che la campagna vaccinale possa essere cambiata a loro piacimento. «Saremo al mare» spiegano, ma non è un motivo sufficiente. Accanto a questi, ci sono le persone che non vogliono ricevere il vaccino di AstraZeneca. E quindi: o non si presentano al drive-in oppure lo raggiungono e quando gli viene comunicato il tipo di vaccino se ne vanno.

LA LINEA ULSS «Ferie? Torna a casa o rinuncia a qualche giorno di vacanza». È laconico, sull’argomento, il direttore del Dipartimento di Prevenzione Sandro Cinquetti. C’è poco da discutere: «Siamo un po’ più rigidi – ha aggiunto poi – Le persone che presentano motivi importanti li spostiamo con fatica, ma gli altri che chiedono un rinvio per ferie credo sia bene che se lo tengano». Situazioni a volte difficili da gestire. Più di un cittadino ha chiamato il dipartimento e recriminato le ferie legittime. «Ci sono ampie evidenze per le quali spostare la seconda dose a 43-44-45 giorni non cambia nulla – ha precisato Cinquetti –, ma la raccomandazione è di rispettare i 42 giorni. Cambiare la data è fattibile ma complesso e lo riserviamo a coloro che hanno motivazioni sanitarie significative». L’altro problema riguarda le persone che davanti alla proposta di AstraZeneca, pur non avendo motivazioni sanitarie valide, rifiutano il vaccino. «In alcune sedute si presenta il 5-10% in meno di persone rispetto alle previsioni - dice Cinquetti -. E poi ci sono alcune unità che lo rifiutano al drive-in».

Ad oggi i cittadini non possono scegliere il vaccino. Sotto i 60 anni si usa Pfizer e Moderna, sopra quella data AstraZeneca, Johnson&Johnson (e naturalmente anche Pfizer e Moderna). «Nelle sedute di AstraZeneca dobbiamo un po’ negoziare – ha concluso Cinquetti – Vedremo come gestire questi casi nelle prossime settimane alla luce di vaccini disponibili. AstraZeneca non viene considerato il "top di gamma" ma è adeguato ed è per questo che lo usiamo».

IL TRAGUARDO Ieri pomeriggio l’Ulss 1 Dolomiti ha raggiunto le 98.049 dosi di vaccino somministrate dall’inizio della campagna vaccinale ed è probabile che oggi si supereranno le 100mila. Tra i vaccinati di ieri anche il presidente della Provincia Roberto Padrin e il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina. «Ho scelto di vaccinarmi - ha detto il presidente Padrin -, lo ritengo un dovere civico, per me e soprattutto per la comunità in cui vivo». L’inquilino di Palazzo Piloni ha raggiunto il drive-in di Paludi e ha aspettato il suo turno. «Quando è arrivata la possibilità di prenotazione per i 50enni non ho avuto nessun dubbio – ha commentato Padrin – Credo che il vaccino sia uno degli strumenti che abbiamo per uscire il prima possibile da questa pandemia, importante per tutelare se stessi e le persone che ci stanno intorno. Ringrazio tutto il personale medico, gli infermieri e gli addetti che da mesi stanno operando nei punti vaccinali della provincia: sono i nostri angeli custodi». Ieri sono cominciate le vaccinazioni anche al Palaskating di Sedico, il nuovo centro gestito in collaborazione con Luxottica. Sono state vaccinate circa 50 persone della fascia d’età 60-69 anni. La struttura è stata allestita con percorsi interni, postazioni operative e posti a sedere idonei per mantenere il distanziamento. Oggi è in programma un’ulteriore giornata vaccinale dalle 14 alle 19. Domani invece una breve pausa ma, da giovedì, si riprenderà tutti i pomeriggi con l’obiettivo di eseguire 250 vaccini al giorno.

Ultimo aggiornamento: 13:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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