Vaccinazioni a tappeto: ora i sindaci del Comelico dicono "no"

Lunedì 8 Marzo 2021 di Lucio Eicher Clere
Vaccinazioni a tappeto: ora i sindaci del Comelico dicono "no"

Vaccinare tutta la popolazione del Comelico sarebbe come segnalare questo territorio come “la valle dei contagi”. «La realtà di queste settimane, pur in leggera ripresa del virus, presenta numeri molto minori rispetto ai mesi di ottobre e novembre dello scorso anno». Per questa ragione più di un sindaco è contrario alla proposta avanzata dal direttore del servizio prevenzione dell’Usl, Sandro Cinquetti.
SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO
«Nel mio Comune -dice il sindaco di Comelico Superiore, Marco Staunovo Polacco- i casi sono una quindicina, quando invece nell’autunno scorso ne avevamo oltre cinquanta. Capisco che ci inseriscano nelle zone di maggior contagio, se i parametri stabiliti con i numeri danno questo risultato, però voglio anche affermare che i casi che riscontriamo adesso sono relativi a tre nuclei famigliari e si limitano a quelli. E altrettanto mi risulta anche negli altri Comuni della valle. Se dobbiamo parlare di vaccinazione di massa potrei anche essere d’accordo, ma realisticamente vediamo che non riescono a vaccinare nemmeno la parte della popolazione più anziana e a rischio e quindi quella è una proposta senza alcuna possibilità di essere attuata».
«DIVENTIAMO IL LAZZARETTO»
Più scettico ancora il sindaco di San Nicolò e presidente della Unione montana del Comelico, Giancarlo Ianese: «Non credo che serva la vaccinazione di massa -dice- sarebbe quasi uno stigma nei confronti di una valle, che sembrerebbe essere il lazzaretto delle Dolomiti. In realtà la situazione della vallata è molto più controllabile. I casi che ci sono in queste settimane sono molto inferiori a quelli che c’erano nei mesi di fine anno scorso. Io sono certo che l’attenzione che la gente del Comelico pone nel rispetto delle varie protezioni che sono obbligatorie, quali le mascherine, l’igienizzazione delle mani e degli ambienti, il distanziamento nei locali di acquisto di prodotti alimentari sia diffusa ovunque».
I LUOGHI DI AGGREGAZIONE
«Certo che i bar sono luoghi dove la protezione viene meno, ma questo vale in Comelico come in tutte le altre zone del Veneto. Parafrasando - prosegue Ianese - il presidente Zaia direi che “laggiù” c’è molto più assembramento che non “quassù”. Io ho dovuto chiudere le scuole di San Nicolò per la positività di una operatrice, ma i casi di contagio sono limitati ad un gruppo famigliare che è stato in quarantena ed ora ne sta uscendo».
IL NODO
«Fare i vaccini - prosegue - è una decisione che vale per tutti, ma sarebbe cosa buona che i vaccini venissero consegnati a livello nazionale e regionale, prima di ipotizzare la vaccinazione di massa in questa o in qualche altra località. Per me meno si enfatizzano queste situazioni e meglio è per tutti». La domenica di ieri, pur essendo una giornata di sole e di temperature quasi primaverile, ha registrato molte meno presenze di turisti in Comelico, rispetto alla domenica precedente.
I TURISTI
Ma anche l’ipotesi che l’afflusso dalla pianura veneta possa essere la causa della diffusione dei contagi è smentita proprio dalle osservazione dei due sindaci, che segnalano l’aumento dei casi di positività limitatamente ad alcuni nuclei famigliari, dentro ai quali il virus si è propagato. «Sarebbe opportuno che non si dia l’impressione di ostilità nei confronti dei turisti -dice il sindaco di Comelico Superiore- perché la cordialità e la buona accoglienza prevalgano come caratteristica del rapporto con chi sceglie questa valle per soggiorni brevi o lunghi».

Ultimo aggiornamento: 09:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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