«Piccoli negozi in crisi, ma la nuova variante apre anche ai centri commerciali»

Martedì 30 Agosto 2022 di Gianfranco Giuseppini
Via Alpini

AURONZO DI CADORE -Nel recente Consiglio comunale di Auronzo di Cadore sono tornati di prepotenza i destini dell’ex area Monti in Via Alpini con l’approvazione a maggioranza la variante al Piano regolatore generale per l’adeguamento alle disposizioni regionali per il contenimento del consumo del suolo. La minoranza nell’esprimere voto contrario ha evidenziato come sia stata apportata una variazione sulla riqualificazione urbana di Via Alpini, dove si trovano i magazzini del compendio immobiliare dell’ex-area Monti, con un cambio di destinazione ritenuto d’uso assai ambiguo. A parere della componente minoritaria, difatti, non si escluderebbe del tutto la possibilità non solo di realizzare un centro commerciale con negozi di vicinato, ma anche di avviare grandi strutture di vendita evidenziando, come la crisi delle attività commerciali in atto non necessiti l’apertura di nuove attività o ancor peggio di un centro commerciale. È stata perciò richiesta la motivazione di tale scelta, che poteva essere evitata, essendovi già prospettata un’altra soluzione. Sarebbe quella presentata e approvata a maggioranza nel Consiglio civico di fine mandato per la collocazione nei magazzini di Via Alpini, ora liberi dopo la dismissione da una decina d’anni dell’impresa Monti, i mezzi e le attrezzature comunali sparse in varie parti del paese. Oltre, eventualmente, ospitare la sede dei vigili volontari del fuoco ora collocata in uno stabile privato di Via Riziò. Non solo, ma ci sarebbero stati anche degli spazi disponibili per la collocazione di piccole attività artigianali i cui imprenditori, soprattutto giovani, non avrebbero la disponibilità finanziaria per la realizzazione di capannoni. In quell’occasione di parere diverso era stata la posizione minoritaria per voce dell’allora capogruppo, Daniela Larese Filon, ora assessore al bilancio. Per la Larese per rientrare nell’investimento comunale, risparmiando i 26 mila euro annui per l’affitto al Comune dell’area di Cimagogna, sarebbero occorsi a spanne almeno 100 anni, oltre alle spese ritenute esorbitanti di bonifica e di aggiornamento alle attuali norme di agibilità. Insomma il gioco non varrebbe la candela e il peso debitorio per le casse del Comune eccessivo. Durante la seduta non è mancata una frecciata da parte della relazione del sindaco, Dario Vecellio Galeno, che ha lamentato come la precedente Amministrazione di Tatiana Pais Becher, nonostante i continui solleciti della Regione e degli uffici comunali, abbia lasciato scadere i termini per la presentazione della variante in discussione, recando così un danno a quei cittadini che, essendo in possesso di terreni edificabili all’interno delle cosiddette “aree non consolidate” continuano a pagarne l’Imu per mantenerne i diritti edificatori. “Tali diritti – ha sostenuto Vecellio Galeno - sono stati cancellati il 25 giugno 2022. Tutto ciò nonostante nel programma elettorale avessero promesso tutt’altro”. L’ex vicesindaco Enrico Zandegiacomo Seidelucio è intervenuto facendo presente che su questo piano la precedente Amministrazione stava lavorando già da due anni, allo scopo di renderlo equo e di danneggiare il meno possibile i proprietari dei terreni nelle aree di espansione previste dal piano urbanistico. L’Amministrazione precedente, è stato affermato, non lo aveva portato prima all’attenzione del Consiglio, perché aveva proposto al progettista due modifiche che sul presente piano non sono state recepite, e di cui non ci sarebbe traccia. Si tratta dell’area di degrado urbanistico di Ligonto e l’area adiacente allo stadio del ghiaccio, in seguito ai finanziamenti ottenuti per l’ampliamento dello stesso. In precedenza il gruppo di minoranza di “Insieme per Auronzo” aveva invece chiesto invano al sindaco Dario Vecellio Galeno e al Consiglio comunale un approfondimento prima dell’adozione, rendendosi disponibile in questo senso anche a collaborare nell’interesse del paese. 

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