Unione montana Comelico: il bilancio non regge più, servono aiuti da Stato o Regione

Mercoledì 26 Gennaio 2022 di Yvonne Toscani
Comelico Superiore

SANTO STEFANO DI CADORE - Parere favorevole sugli aspetti contabili del bilancio dell’Unione montana del Comelico. Anche se, per il mantenimento degli equilibri, si nutrono forti e motivate preoccupazioni. A meno che non intervengano, con importanti somme, lo Stato e, o in alternativa, la Regione. A sollevare le perplessità sulla tenuta delle rilevanti casse dell’ente comeliano di secondo grado è la responsabile del servizio finanziario, che ha espresso il rituale parere, per le pubbliche amministrazioni, sul complesso bilancio di previsione per gli anni compresi tra il 2022 e il 2024. Una preoccupazione dovuta essenzialmente all’impossibilità di garantire la programmazione economico finanziaria, né a medio né a lungo termine. “Non sarà possibile garantire la programmazione senza porre in essere azioni utili alla stabilizzazione dei flussi di entrata corrente – ha spiegato la ragioniera dell’Um – che garantiscano una puntuale programmazione degli interventi da parte dell'Unione montana”. Viene così raccomandato che i fondi liberi dell'avanzo accertato al 31 dicembre scorso siano accantonati e prioritariamente destinati al ripristino degli equilibri di bilancio. Nella dettagliata relazione, contenente il parere sui conti, vengono indicate alcune linee da seguire. Si sollecita, per esempio, un controllo puntuale delle uscite. Tutti i centri di spesa dell’ente sono, infatti, invitati a monitorare periodicamente la spesa e a valutare scrupolosamente qualsiasi iniziativa che comporti un impegno finanziario da parte dell'Unione montana comeliana. Tutti i progetti dovranno riportare un quadro completo delle risorse e delle rispettive spese e l'arco temporale in cui dovranno avvenire. Il responsabile del servizio, che ha impegnato la relativa spesa, dovrà vigilare anche sull'incasso dei residui attivi.

Relativamente alle spese in conto capitale, ove e quando possibile, si dovrà richiedere l'anticipo all'ente erogatore, al fine di non ricorrere all'anticipazione di cassa. La responsabile sottolinea, inoltre, che la copertura delle spese correnti ordinarie mediante entrate straordinarie e non ripetitive contrasta con i principi di sana gestione finanziaria e denota una mancanza di equilibrio strutturale di parte corrente del bilancio. A pesare sulla quadra economico-finanziaria sono i tagli dei trasferimenti ordinari effettuati dalla finanziaria del 2008, che hanno comportato il totale azzeramento del fondo ordinario base attribuito dallo Stato alle Comunità montane a partire dal 2010. Nelle premesse che hanno portato all’articolato parere, semplificando di carattere positivo ma con delle riserve, vengono citate anche le indicazioni della delibera della giunta regionale del 2015 che, relative ai dati di spesa del 2014 da inserire per la richiesta di contributo statale “regionalizzato” a favore delle Unioni montane, non prevedono l'inclusione delle spese sostenute per la gestione in forma associata delle residenze assistenziali per anziani, con conseguente riduzione del contributo assegnato. Viene poi precisato che il bilancio di previsione è stato redatto nel rispetto dei principi di veridicità e attendibilità, sostenuti da analisi riferite ad un adeguato arco di tempo o, in mancanza, da altri idonei parametri di riferimento. Si rileva però che “risulta difficile garantire la programmazione economico finanziaria a lungo termine in assenza di un intervento a sostegno delle Unioni montane da parte dello Stato o della Regione”. Infine, l'avanzo di amministrazione presunto alla fine dello scorso anno evidenzia le quote di avanzo libero e condizionate da "vincoli formalmente attribuiti dall'ente", che potranno essere applicate al bilancio dell'Unione montana, al fine del ripristino degli equilibri. 

Ultimo aggiornamento: 07:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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