Risparmiati da Vaia e dal Covid: eretto un capitello votivo per ringraziare Dio

Lunedì 3 Maggio 2021 di Raffaella Gabrieli
Il capitello con il Cristo eretto per ringraziamento

COLLE SANTA LUCIA - Taglio del nastro per il “Crist del Gramarzé”. Un capitello voluto dall’Union de i Ladign da Col per ringraziare Dio, a nome della comunità, per non aver registrato vittime nel contesto di Vaia, tempesta che a fine ottobre 2018 qui si manifestò con particolare violenza. 
Rivolgiamo un grazie al cielo - è stato sottolineato - ma anche ai tanti volontari senza i quali, in quei giorni drammatici, sarebbe stata dura uscirne a testa alta».

Un riferimento, inoltre, è stato rivolto alla pandemia da Covid-19: «Grazie per non aver avuto morti nemmeno in questo ultimo anno contraddistinto dall’emergenza sanitaria da Corona virus». 

LA CERIMONIA
Dopo la messa, celebrata dal parroco don Renato Tasso, l’attenzione si è spostata a poche centinaia di metri dalla chiesa dove è stato posizionato il capitello. «Questo vuole essere un piccolo omaggio - ha affermato Carlo Agostini a nome dell’Union de i Ladign - per essercela cavata da Vaia con tanti danni sì ma almeno con nessun morto. La nostra intenzione era di inaugurare il manufatto lo scorso giugno ma poi l’improvvisa morte di don Gabriele Bernardi ci ha raggelati e abbiamo preferito posticipare l’iniziativa. In questa occasione ringrazio di cuore quanti hanno dato una mano all’intero paese in quel doloroso periodo». Sulla stessa linea d’onda il sindaco Paolo Frena: «Grazie ai tanti volontari scesi in campo: senza il loro contributo, sinceramente, non so come saremmo riusciti a venirne a capo». 

UN’OPERA DI SIMBOLI
E poi Paola Agostini, a nome dell’Union, incaricata a dipingere e a collocare il Cristo: «Mi sono ritrovata a confrontarmi con alcuni dettagli estremamente simbolici rispetto a quei giorni di fine ottobre di quasi tre anni fa: la veste del Signore movimentata, a rappresentare il vento; e poi i chiodi e il sangue, a simboleggiare il dolore patito dai collesi in quel penoso periodo. Infine, la scelta della collocazione, all’entrata dal paese, da dove metaforicamente riesce a tenere sotto controllo tutto le nostre case». 
Un grazie corale, da parte dell’Union de i Ladign ma anche del Comune e dell’intera comunità, è stato rivolto ai volontari del paese: Pompieri volontari, Croce bianca e Soccorso alpino. «Per 5-6 giorni - ha ricordato Fridolino Bernardi a nome dei Pompieri - siamo rimasti tagliati fuori dal mondo, senza corrente e telefono nonché con le strade chiuse. Ma tutti assieme abbiamo dimostrato ancora una volta che, se vogliamo, riusciamo a cavarcela anche da soli». 

L’OPEROSITÀ DOPO LA TEMPESTA
«In questo doloroso evento tanti i volontari in azione nelle ambulanze, sui tetti, nei boschi o sulle strade - ha ricordato Paolino Pezzei della Croce bianca - ma nessuno ha mai fatto il conto delle ore: la sola cosa importante era aiutare il prossimo». «Spero che questa dura esperienza che ci ha profondamente unito - ha chiuso Sebastiano Pallua del Soccorso alpino - invogli i giovani ad avvicinarsi al volontariato, preziosa realtà per i nostri paesi di montagna».
 

Ultimo aggiornamento: 14:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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