Bosniaco furbetto del reddito di cittadinanza: 700 euro al mese, ma era all'estero

Venerdì 11 Giugno 2021 di Davide Piol
Bosniaco furbetto del reddito di cittadinanza
2

LA VALLE/ VALBELLUNA - Sarebbe riuscito a ottenere 4.200 euro di reddito di cittadinanza dichiarando il falso e imbrogliando, in questo modo, l’Inps.

Enes Kaltak, 60enne nato in Bosnia Erzegovina e residente a La Valle Agordina, è stato rinviato a giudizio dal gip di Belluno. Presente in aula ieri mattina solo il suo difensore, l’avvocato Pierangelo Conte.

LA DIFESA Ma si tratta davvero di uno dei soliti furbetti che percepiscono in modo illecito il reddito di cittadinanza? Secondo la difesa ci sarebbe stata un’incomprensione tra l’imputato e il dipendente del Caf (Centro di assistenza fiscale) con cui aveva parlato per compilare la documentazione. È un punto che l’avvocato Conte cercherà di far emergere durante il processo.

L’ACCUSA Secondo la pubblica accusa Kaltak avrebbe ricevuto 700 euro al mese, come reddito di cittadinanza, da agosto 2019 a gennaio 2020. Totale: 4200 euro, di cui 4177 effettivamente spesi. Nulla di strano fin qui, ma l’ipotesi investigativa è che li abbia ottenuti in modo illecito. In altre parole, avrebbe dichiarato il falso nella dichiarazione sostitutiva unica (dsu) presentata il 25 giugno 2019 all’Inps di Belluno. Segnalando, in quel foglio, una composizione del proprio stato di famiglia diverso da quello effettivo. Non due (come scritto dall’imputato) ma addirittura sei. Cioè, oltre a lui e alla moglie, vivevano nella stessa casa altre 4 persone alcune dei quali con un lavoro e quindi con un reddito. Kaltak avrebbe mentito anche su un altro punto. Nello stesso documento ha dichiarato di possedere il requisito della residenza nel territorio nazionale da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in modo continuativo. Aveva indicato un indirizzo di Mel, in comune di Borgo Valbelluna, ma quando gli investigatori bussarono a quella porta, il 6 luglio e il 3 dicembre 2018, sia lui che la moglie risultavano irreperibili.

I REQUISITI In generale per ottenere il reddito di cittadinanza è necessario possedere alcuni requisiti. Intanto l’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) del nucleo familiare minore di 9.360 euro. Colui che presenta la domanda deve essere un cittadino italiano, di uno stato Ue o extra Ue con permesso di soggiorno di lungo periodo e aver avuto la residenza in Italia per almeno 10 anni di cui gli ultimi due senza interruzioni (qui si gioca la seconda parte dei fatti contestati a Kaltak). Gli altri requisiti sono: patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro; patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro, esclusa la prima casa; reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza (la soglia del reddito è aumentata a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla pensione di cittadinanza e a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto); nessun componente del nucleo familiare è intestatario di autoveicoli immatricolati negli ultimi sei mesi. Chi rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, oppure omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni.

I MALINTESI La linea difensiva cercherà di far emergere il “qui pro quo” nato durante la compilazione della domanda. L’imputato era convinto che nello stato di famiglia dovesse inserire solo lui e la moglie. È vero, secondo la difesa, che in quella casa vivevano altre persone (il fratello di Kaltak con la famiglia) ma si trattava di due unità abitative separate. Quanto all’interruzione della residenza in Italia pare che l’imputato non ne fosse a conoscenza. In quel periodo l’aveva spostata dal comune di Mel a quello di La Valle Agordina e poi, per motivi familiari, si era dovuto allontanare un mese in Croazia insieme alla moglie. Il processo è stato aggiornato al 15 settembre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci