Treno delle Dolomiti, da Venezia a Cortina attraverso Agordo

Sabato 25 Gennaio 2020 di Andrea Zambenedetti
L'idea di un treno per i turisti per andare da Venezia a Cortina
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Nuovo stop per il treno delle Dolomiti. E non si tratta di una stazione ferroviaria. A pochi giorni dalla consegna di uno studio commissionato dalla Regione per aiutare nella scelta tra i diversi percorsi, spunta una nuova idea, la quarta, che prevede di attraversare la Valle del Cordevole. A proporla un gruppo di sindaci della zona, poi l'Unione montana e ora anche la Provincia sposa l'idea.
L'IMBARAZZO
«A un certo punto ho chiesto, ma non mi starete mica presentando il quarto tracciato?». Elisa De Berti, l’assessore del Veneto alle Infrastrutture, non è demoralizzata e neppure spazientita. «Imbarazzo e disappunto» sono gli aggettivi che sceglie per descrivere la situazione. De Berti mette in fila le cose da quella richiesta di incontro urgente arrivata alla sua segreteria.
LA RICOSTRUZIONE
«Molti sindaci era la prima volta che li vedevo e mi è dispiaciuto prendermela con loro ma veramente non ci potevo credere. Ho spiegato che se la proposta fosse arrivata prima dello studio si poteva tranquillamente inserire ma ora chiedere un’integrazione non è semplice. Non sarà tutto da rifare ma sicuramente ci sarà un rallentamento. E a questo punto arrivare in treno alle Olimpiadi di Cortina sarà molto difficile». Impossibile De Berti non lo dice. Ma, forse, non è neppure necessario che lo dica. «Non siamo in una fase di studio di fattibilità, siamo in una fase di pre-pre studio di fattibilità. A fronte di un progetto di un miliardo di euro non si può certo parlare di studio di fattibilità. Il tecnico ha eseguito un ampia analisi dei flussi della provincia e i risultati saranno pronti per febbraio». Dentro quell’elaborazione dell’ipotesi che il treno passi per la valle del Cordevole non c’era traccia. E quindi se non sarà tutto da rifare poco ci manca. Questo perché la richiesta di prendere in considerazione l’ipotesi è arrivata dalla Provincia. Requisito minimo per De Berti per prenderla in considerazione.
IL TRACCIATO
Si tratta della quarto tracciato che si aggiunge all'ipotesi di Val Boite, Valle d'Ansiei e quella del Cadore. Per non farsi mancare nulla, prevede anche due varianti.
Tra Belluno e Sedico uno svincolo dovrebbe portare a Mas e poi a Agordo, a Cencenighe, Alleghe, Caprile e quindi a Cortina. Prevista anche una versione bis Alleghe, San Vito, Cortina. Settanta chilometri in tutto 1miliardo 160 milioni di euro. Al sessanta per cento in galleria (13.8 e 15 chilometri). Un’ora e cinque minuti senza cambi di direzione a Ponte nelle Alpi. Sette chilometri in più nel caso si decida di deviare da Alleghe verso San Vito di Cadore. Stima dei passaggi ferroviari a 1 - 1,2 milioni l’anno. La zona ha il 50 per cento delle presenze turistiche dell’intera provincia, sempre stando all’idea dei sindaci. E ancora, tempi ridotti, possibilità di integrare il tessuto economico (leggasi Luxottica), il collegamento degli ospedali di cortina Alleghe e Belluno e ancora, il collegamento tra i poli scolastici e la distribuzione degli investimenti. C’è poi un capitolo dedicato alla questione comprensori sciistici, ai quali ci si potrebbe arrivare dal binario. O quasi.
Sempre che nel frattempo non si decida di optare per nuovi percorsi.
IL GELO
Ai sindaci De Berti ha parlato in modo diretto: «Ho detto che erano in ritardo di un anno e mezzo, che se fosse dipeso da me avrei già deciso ma che il territorio ha chiesto che non ci fossero soluzioni calate dall’alto. E allora abbiamo fatto un passo indietro, suggerendo di trovare un accordo. Non è stato trovato. A quel punto abbiamo incaricato il tecnico. E mentre sta per arrivare la risposta (inizialmente era prevista per fine dicembre ndr) arriva una nuova variabile. Ho spiegato che spontaneamente non avrei preso in considerazione l’ipotesi se non mi fosse arrivata una formale richiesta dalla Provincia». Un modo, secondo l’assessore, per tutelare il lavoro già fatto e ormai in fase di consegna. «La lettera è arrivata a inizio settimana. Ora dobbiamo vedere in che modo si può gestire la situazione. Ma è chiaro che in uno studio così complesso prendere in esame una nuova variabile complica le cose».
LO SCONFORTO
«Da più parti viene accusata la Regione di non aver deciso. Le scelte spettano al territorio, vi lascio scegliere. Spettava a provincia e territorio farlo. Il Bellunese pur essendo il territorio in cui ci sono i più importanti investimenti lamenta una carenza di attenzione. È un paradosso, se fosse arrivata un anno e mezzo fa questa richiesta si poteva esaminare al pari delle altre tre. Così, ho spiegato ai sindaci, è fuori tempo massimo». E lo è stata fino a quando da Palazzo Piloni è partita una formale richiesta di integrare i tre piani con un quarto.

Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 09:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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