Senza la terza dose più di un ottantenne su dieci: i più esposti a Omicron

Mercoledì 12 Gennaio 2022 di Davide Piol
La campagna vaccinale in provincia di Belluno

BELLUNO -  C’è una fetta di anziani che pur avendo i requisiti per ricevere la dose booster non la fa.

Parliamo del 14,3% di coloro per i quali è trascorso abbastanza tempo dal ciclo primario e che avrebbero la possibilità (oltre che la necessità) di rafforzare la risposta immunitaria. Le persone con più di 80 anni, infatti, fanno parte delle categorie fragili. Quelle che le aziende sanitarie, ancora a inizio 2021, avevano cercato di coprire il più in fretta possibile. E gli anziani, allora, avevano accettato il vaccino senza timore. Al punto che in provincia di Belluno gli over 80 coperti da due dosi sono quasi il 100%. Ora, però, c’è chi si tira indietro. Certo, in quel 14,3% ci sono anche persone che hanno prenotato la dose booster e stanno aspettando il giorno dell’appuntamento ma questo non cambia il fatto che molti possano averci ripensato, del resto la dose booster ormai è accessibile anche a chi ha compiuto più di 12 anni.


LA FOTOGRAFIA
«Sulla terza dose – ha spiegato la direttrice generale dell’Ulss Dolomiti Maria Grazia Carraro – la popolazione ha risposto bene. Siamo riusciti a coprire l’85,7% degli over 80 eleggibili e ci sono ancora molte prenotazioni da soddisfare. Ricordo che con la terza dose la probabilità di sviluppo della malattia è molto bassa e marginale». L’azienda sanitaria ha eseguito in totale 93.404 dosi booster, riuscendo a coprire il 75,4% della popolazione totale (che è già nelle condizioni per farla). «È una buona percentuale, ma mi piacerebbe averla ancora più alta» ha commentato Carraro. Da oggi il dato sulle dosi booster si modifica. Nel senso che il governo ha deciso di anticiparla a 120giorni dalla seconda dose e non più a 150: «Per coloro che volessero anticipare la dose booster è possibile farlo. Abbiamo ampio spazio di prenotazione all’interno delle nostre aziende».


NELLE CASE DI RIPOSO
Nel frattempo, quasi a sottolineare l’importanza del vaccino, il virus è tornato nelle case di riposo e ci sono 11 ospiti positivi nelle strutture di Alano (1), Seren del Grappa (2), Pieve e Puos d’Alpago (8). Tutti, per fortuna, senza sintomi. Dall’inizio della campagna vaccinale sono state somministrate 396.481 dosi di vaccino anti-covid. Al momento l’83,1% della popolazione vaccinabile (dai 5 anni in su) è coperto da almeno una dose (si parla di 160.689 persone). Di seguito le percentuali: il 19% dei 5-11enni; l’80,8% dei 12-19enni; l’84,7% dei 20-29enni; l’80,6 % dei 30-39enni; l’80% dei 40-49enni; l’86,6% dei 50-59enni; l’89,1% dei 60-69enni; il 93,5% dei 70-79enni; circa il 100% degli over 80. Dal 7 al 10 gennaio, inoltre, 244 persone con più di 50 anni hanno deciso di vaccinarsi per la prima volta. «Abbiamo registrato un aumento – ha chiarito la direttrice generale dell’Ulss – dovuto senza dubbio all’applicazione delle indicazioni nazionali (che impongono l’obbligo vaccinale a chi ha più di 50 anni, ndr), ma è un dato che depone bene».


IN 32MILA SENZA UNA DOSE
L’80,5% del totale ha invece il ciclo completo (ossia 155.627 persone). «Il 16,9% non è ancora vaccinato – ha continuato Carraro – sono 32.591 persone: non sono poche. Gran parte di queste hanno tra i 40 e i 59 anni». Mancano da vaccinare, ad esempio, 5.489 quarantenni, 4.452 cinquantenni e 3.849 trentenni. Per convincersi dell’importanza del vaccino è sufficiente guardare quanto accade in provincia. Ci sono 11 ricoveri per 100mila vaccinati (con un’età media pari a 76 anni) e 98 ricoveri per 100mila non vaccinati (età media: 69,3 anni). Nella Terapia Intensiva ci sono soltanto no-vax. Mentre in area non critica il 60% dei pazienti risulta non vaccinato. L’azienda sanitaria ricorda che da oggi fino al 17 gennaio ci sono ancora 12.380 posti disponibili e che per la prima dose l’accesso è libero.

Ultimo aggiornamento: 12:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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