BELLUNO - Il tennis bellunese piange la scomparsa a 83 anni del maestro Giancarlo Palmieri. Un bolognese trapiantato a Belluno all’inizio degli anni Ottanta, voluto dal presidente di quel tempo, Klaus Schillkowski.
Una cerimonia funebre che si è svolta proprio durante lo svolgimento degli Internazionali di tennis d’Italia, che Giancarlo seguiva da anni a livello organizzativo aiutando il fratello Sergio, direttore del torneo e grande figura dirigenziale del tennis italiano, già manager anche di giocatori del calibro di John Mc Enroe. La notizia della scomparsa di Palmieri si è diffusa rapidamente tra gli appassionati bellunesi, che lo avevano invitato a tornare per una bella festa proprio a Fisterre. Ma problemi di salute non hanno permesso questa rimpatriata. Tra gli aneddoti da ricordare c’è la condizione posta da Palmieri per venire a Belluno: Giancarlo chiese a Schillkowski la copertura di almeno un campo. Fu subito accontentato. Da lì ebbe inizio uno dei periodi più floridi per il circolo di Fisterre. Tra i ragazzini di quel tempo si ricordano i vari Matteo Nube, Andrea Talamini, Alessandro Rossi, Mirto Roccon, Alessandro Zampieri, Ferruccio Rovelli, Francesco e Ugo Galli, Mario Bortoluzzi. Il più bravo di tutti fu però Francesco Riberto, l’unico che riuscì a competere ad alto livello e che in seguito divenne proprio il maestro del circolo del capoluogo. Molti i tornei organizzati a Fisterre da Palmieri, come le finali dei campionati italiani a squadre e il fior all’occhiello della Indoor Cup invernale, una sorta di Coppa Davis a squadre cui parteciparono anche tennisti di valore internazionale come Claudio Pistolesi e Massimo Sartori (l’attuale coach di Andreas Seppi), e Marco Cecchinato. Per Giancarlo Palmieri ci sarà sempre un posto nel cuore del tennis bellunese.
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