Tempesta Vaia, in tre anni recuperato l'80% del legname: la piaga è il bostrico che divora l'abete rosso, ecco perché è esploso

Sabato 4 Settembre 2021 di Daniela De Donà
Vaia, alberi falciati nel Bellunese
1

BELLUNO - A quasi tre anni dalla tempesta del 29 ottobre del 2018, che piegò estese aree boschive del Bellunese, la rinascita è quasi conclusa. «Seppur a macchia di leopardo l'80%-85% del materiale è stato rimosso, portato via e venduto». È la fotografia fatta ieri da Nicola Dell'Acqua, direttore di Veneto Agricoltura, sugli schianti del dopo Vaia.

Occasione la presentazione della Fiera & Festival delle Foreste-Boster NE, organizzata da Longarone Fiere Dolomiti, che si è svolta in via telematica: l'evento andrà in scena in Pian Cansiglio dal 10 settembre. 

PANDEMIA BOSTRICO

Il risultato dell'80% di legname raccolto in quasi 3 anni non è da poco, anche perché è stata una vera corsa contro il tempo, ma soprattutto contro il bostrico: l'insetto xilofago che ama l'abete rosso, diventato un problema dopo Vaia. Raffaele Cavalli, docente di Utilizzazioni forestali all'Università di Padova e presidente del comitato scientifico del Festival, spiega: «Da noi, dopo la tempesta Vaia e gli schianti, si è aggiunta la sfortuna di estati calde ed inverni miti. Così il bostrico è esploso, passando da 8mila presenze per trappola (trappole utilizzate per la misurazione dell'insetto ndr) alle attuali 20mila. Dico che si tratta di una pandemia». E sarà sempre più arduo recuperare il legname degli schianti rimasto a terra. «Ci sono zone - ha detto ieri Dell'Acqua - in cui il costo dell'andare a prelevare alberi abbattuti costa più del loro valore. Ed è un dato di fatto che in alcune zone impervie del Bellunese asportare il materiale non sia facile». 

FILIERA ORO VERDE

La Fiera & Festival delle Foreste, nata nel 2019 per la salvaguardia dell'ambiente e la messa in sicurezza del territorio dopo Vaia, è anche l'occasione di riflessione. La materia prima, l'oro verde, non manca nel Bellunese, ma mancano la filiera, le segherie per la lavorazione. «Occorre recuperare la filiera fatta di tanti piccoli attori che sono stati travolti anche per la mancanza di coordinamento - sono sempre parole di Dell'Acqua -. Dobbiamo capire, pure attraverso i tavoli tematici messi in piedi nel Festival, come rinforzarsi, come impostare le strategie con altre Regioni tant'è che la scelta del Cansiglio come sede dimostra la volontà di fare sistema allargato al Triveneto». In linea è il parere di Rinaldo Comino, del Servizio Foreste e Corpo forestale del Friuli Venezia Giulia: «Magari allargandoci alla Slovenia, alla Carinzia, all'Alto Adige».

LA MANIFESTAZIONE

Il taglio della manifestazione avrà due facce. Uno tecnologico ed uno più ameno e curioso, basati entrambi sul ritorno al bosco. Quello che è volano del lavoro, non solo meta di passeggiate turistiche. Punto di forza, poi, è l'internazionalizzazione degli eventi e dei partecipanti. A selezionare e mettere in fila i numerosi appuntamenti è stato Raffaele Cavalli. È lui a snocciolare alcuni numeri: «Sono 24 gli enti e le organizzazioni presenti, a livello nazionale, divisi in quattro aree, 6 i progetti di ricerca, 13 le novità destinate a tecnici del settore, 17 gli eventi con riferimenti al legno e al bosco e fruibili dal grande pubblico». Lungo i 700 metri di strada (facilmente percorribile anche da passeggini o disabili) che separano la sede di Veneto Agricoltura e il suo Hangar, ex base militare, si potrà godere, quindi, di un caleidoscopio di proposte, per addetti ai lavori e per curiosi. Ecco tendoni, gazebi. Ad attrarre, nella prima tre giorni del festival, saranno le piazzole, da 200 e 400 metri quadri, dedicate alla forestazione e alla meccanizzazione forestale, con dimostrazioni dinamiche di taglio di tronchi. Non mancheranno i boscaioli, con la testimonial Vania Zoppè. Appuntamento il 10, 11 e 12 settembre e, il fine settimana successivo, il 18 e 19. A detta del presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, «è manifestazione, nello splendido paesaggio del Cansiglio, che lancia messaggi precisi». Il presidente di Longarone Fiere Dolomiti, Gian Angelo Bellati ricorda: «Oltre al Friuli Venezia Giulia, daranno man forte, magari con progetti, rappresentanti di Messico, Costarica, Croazia». 

Ultimo aggiornamento: 19:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci