Belluno, task force per controllare lo stress dei dipendenti comunali

Venerdì 27 Agosto 2021 di Federica Fant
Task force per controllare i livelli di stress dei dipendenti comunali
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BELLUNO - Cinque settimane di tempo per capire come sia la situazione, in tema di “stress da lavoro” dei dipendenti di Palazzo Rosso. La giunta, nei giorni scorsi, ha incaricato un medico competente che possa mettersi all’opera con i comunali. L’importo per l’incarico è di quasi seimila euro. I cambiamenti dell’attività dei lavoratori di Palazzo Rosso portati dalla pandemia, smart working, potrebbero aver aumentato il livello di stress. Serve una nuova valutazione, dopo quella effettuata nel 2019. Così il gruppo di lavoro per la valutazione dello stress lavoro-correlato è stato integrato con la parte politica, che va ad affiancarsi a quella tecnico-operativa, ha spiegato l’assessore al Personale, Francesca De Biasi. 

NUOVA VALUTAZIONE
L’incarico istituzionale verrà ricoperto dall’assessore al personale stesso. «L’intenzione dell’amministrazione - spiega l’assessore De Biasi - è quella di procedere con una nuova valutazione dopo quella già effettuata nel 2019, tenendo conto da un lato delle profonde trasformazioni del momento contingente, anche sull’attività lavorativa, determinata dal Covid, e dall’altro per eseguirla in maniera più approfondita». «Alla parte preliminare – prosegue l’assessore De Biasi -, nella quale vengono valutati parametri oggettivi e quantificabili come assenze per malattia, turnover, indice degli infortuni, attrezzature e via dicendo viene affiancata una parte più approfondita sulla percezione lavorativa del lavoratore: si potrà procedere con focus di gruppo o con questionari individuali». 

GLI INTERVENTI
Questa seconda parte verrà assegnata alla valutazione del medico competente. «I risultati di questa analisi porteranno, se necessari, all’introduzione di metodi correttivi per intervenire sulle aree che risulteranno più critiche», chiude Francesca De Biasi. 

LA LEGGE
Nella delibera viene descritto il quadro normativo in cui si inserisce l’iniziativa. La questione prende origine da un decreto legislativo del 2008, l’81, applicabile anche per gli enti pubblici e che prevede «che la valutazione dei rischi debba essere effettuata tenendo conto, tra l’altro, dei rischi da stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo del l’8 ottobre 2004». Lo stress lavoro-correlato è la «condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro». «Tale squilibrio si può verificare quando il lavoratore non si sente in grado di corrispondere alle richieste lavorative – si legge nella delibera di Palazzo Rosso -. Tuttavia non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro possono essere considerate come stress lavoro-correlato. Lo stress lavoro-correlato è quello causato da fattori propri del contesto e del contenuto del lavoro. La valutazione del rischio da stress lavoro-correlato è parte integrante della valutazione dei rischi e viene effettuata (come per tutti gli altri fattori di rischio) dal datore di lavoro avvalendosi del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp) con il coinvolgimento del medico competente, ove nominato, e previa consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza». 

CONTROLLI PER AREE
I controlli dei livelli di stress da lavoro saranno eseguiti su tutti i lavoratori, compresi dirigenti e preposti.

Ma va sottolineato che la valutazione prende in esame non i singoli ma gruppi omogenei di lavoratori: per esempio i dipendenti di un determinato settore oppure chi svolge la medesima mansione. 

Ultimo aggiornamento: 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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