Strage di Roma, l'assassino e la tragedia del figlio 14enne morto durante una vacanza a Cortina

Lunedì 12 Dicembre 2022 di Lauredana Marsiglia
Claudio Campiti e il figlio Romano morto durante una vacanza a Cortina
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BELLUNO - Il passato di Claudio Campiti, l'uomo che a Roma ha sparato ad una riunione di condominio uccidendo tre donne,  racchiude una delle più grandi tragedie per un genitore: la morte di un figlio. Era il primo marzo del 2012 quando Romano Campiti, allora 14enne, perse la vita durante la sua prima discesa con lo slittino lungo la pista della Croda Rossa nel comune di Sesto Pusteria (Bolzano). Il giorno dopo avrebbe compiuto 15 anni.
Il giovane, che all’epoca era sotto la custodia di un maestro di sci di San Vito di Cadore (Belluno), Alessio Talamini, si schiantò contro un albero dopo aver perso il controllo dello slittino. Fin da subito il padre puntò il dito contro la presunta pericolosità della pista, ritenendo responsabile anche il maestro di sci cadorino. La morte del figlio divenne un incubo che lo portò a scrivere diverse lettere ai quotidiani locali sia sul suo caso sia su casi analoghi.
Il giovane Romano, quel giorno, era assieme alla sorella ed altri ragazzi.

Erano partiti da Cortina d’Ampezzo dove la famiglia Campiti era in vacanza. Avevano raggiunto Sesto Pusteria perché lì la neve era migliore. Una gita che finì nel peggiore dei modi.


La Procura di Bolzano, competente per territorio, aprì subito un’inchiesta accogliendo le istanze della famiglia Campiti: non solo non ci sarebbe stata l’adeguata vigilanza sui minori, ma la stessa pista non avrebbe avuto i requisiti di sicurezza necessari per impedire una simile tragedia, tanto è vero che, successivamente, fu teatro di un altro incidente. E proprio la pericolosità del tracciato, sempre secondo gli inquirenti, sarebbe stato il punto focale di tutto. Sempre secondo l’accusa, Talamini sarebbe stato a conoscenza di questa condizione, ma ciò nonostante vi avrebbe fatto scendere un ragazzino come Romano che per la prima volta, dissero i genitori, sedeva su uno slittino. Per questo motivo, sempre secondo la tesi accusatoria, Talamini avrebbe dovuto fare da apripista mettendosi alla testa della carovana di slittini. Il maestro di sci, unitamente al direttore responsabile della sicurezza della Dolomiti Sextner, Rudolf Egarter, e del legale rappresentante Mark Winkler, vennero condannati definitivamente in Cassazione con l’accusa di omicidio colposo. Nel processo si costituirono parte civile non solo i genitori di Romano, ma anche le due sorelle e i nonni avanzando una richiesta risarcitoria di quasi 2 milioni di euro. Richiesta che venne accolta solo in minima parte.

IL FRONTE MEDICO
Sul piano medico non ci sono turbe psichiche o malattie della mente che siano state mai accertate e dunque diagnosticate all’uomo. Con la pistola con cui ha fatto la strage si allenava pur non avendo mai ottenuto un regolare porto d’armi, i carabinieri gliel’avevano sempre negato per via di una sfilza di denunce e segnalazioni che proprio i suoi vicini di casa avevano sporto nei mesi scorsi per le molestie e le minacce subite. Il dietro le quinte della mattanza va rintracciato a circa sessanta chilometri da Roma, in quella “Valle” racchiusa in Sabina che presta il fianco al lago del Turano. A Stipes, una piccola frazione tra i Comuni di Ascrea e Rocca Sinibalda, c’è il consorzio “Valleverde” quello in cui Campiti viveva almeno dal 2009 dopo la separazione dalla moglie e la fine della sua carriera da assicuratore. Qui aveva individuato quelle che sono diventate le sue vittime. «Vi ammazzo a tutti» ha urlato ieri mattina entrando nel gazebo del bar di via Monte Giberto 21 messo a disposizione dei consorziati per svolgere una riunione necessaria all’approvazione del bilancio preventivo. Gli altri quelle villette che guardano il lago le vivevano durante le vacanze, per lo più in estate. Lui, Campiti, invece ci risiedeva da tempo tutto l’anno, non in una vera abitazione ma in una parte di manufatto la cui edificazione non era stata mai ultimata. Qui si era rifugiato e qui aveva affrontato senza mai superare quel lutto che lo aveva colpito nel 2012 a Sesto Pusteria.

 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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