FELTRE - «L'ho visto nel bosco con una corda legata intorno alla vita»: a testimoniare contro il padre, nell'audizione protetta di ieri mattina in Procura, c'era Giulia (nome di fantasia). Con la voce rotta dall'agitazione, ha raccontato ciò che vide tra aprile e settembre di due anni fa quando l'uomo si sarebbe appostato più volte fuori dall'abitazione in cui lei viveva con la madre e altri tre fratelli (difesi tutti dall'avvocato Roberta Resenterra).
FASE DELICATA
La testimonianza è stata difficile. Non solo perché dietro il banco degli imputati, con l'accusa di stalking, c'è il padre 39enne di Feltre. Ma anche perché ieri era il giorno del suo 14. compleanno. Dopo una denuncia per maltrattamenti in famiglia, l'uomo era stato allontanato da casa e sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento. Alcuni episodi successivi, nell'estate 2018, l'hanno messo nuovamente nei guai. Ieri mattina Giulia ha detto di averlo notato vicino casa in almeno tre occasioni e sempre in orari notturni: «La prima volta l'ho visto in un boschetto. Aveva una corda legata intorno alla vita». Furono chiamati i carabinieri, ma quando raggiunsero il posto indicato dalla ragazza non c'era più nessuno. Trovarono solo un ramo spezzato. Quanto alla corda l'ipotesi è che si volesse arrampicare su un albero. Un'altra sera Giulia era appena tornata a casa dopo un giro in piazza per la sfilata degli sbandieratori: «Ho notato una sagoma e ho riconosciuto mio padre. Era disteso davanti al garage con qualcosa in mano». L'ultima episodio a ferragosto del 2018. La ragazza stava dormendo nel suo letto quando fu svegliata da un tonfo sordo che sarebbe arrivato dalla colombaia fuori dalla finestra. Svegliò la madre, la nonna e raggiunsero il retro della casa dove però non trovarono nessuno.
IN AULA
Dopo la testimonianza di Giulia, il processo è continuato con lo zio materno. L'uomo ha ricordato di esser stato svegliato più volte dalle chiamate della sorella che, spaventata, diceva di aver sentito rumori fuori dall'abitazione. «Una volta uscii di casa a controllare ha dichiarato l'uomo E in una via secondaria in mezzo al bosco trovai la sua macchina. Lui chiaramente non c'era». Fu lo zio ad acquistare una foto-trappola e a piazzarla vicino alla casa della sorella. Le immagini, controllate a posteriori, hanno catturato più volte una sagoma irriconoscibile che in un'occasione, però, sarebbe riconducibile proprio al 39enne feltrino. La difesa dell'imputo si è opposta all'acquisizione delle fotografie perché fanno parte di un altro procedimento in cui l'uomo deve rispondere di violazione di domicilio e inosservanza del provvedimento del giudice. Nella prossima udienza del 13 aprile saranno sentiti i testi della difesa.
Davide Piol
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