Spopolamento. Crollo dei residenti il prossimo anno già sotto 200mila

Sabato 14 Dicembre 2019
Spopolamento. Crollo dei residenti il prossimo anno già sotto 200mila
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BELLUNO Il muro dei duecento mila abitanti sarà battuto probabilmente già nei prossimi dodici mesi, o in uno scenario meno pessimistico nel 2021. A dirlo sono i numeri. Dal 2013, quando i residenti nel bellunese erano 208 mila, la provincia perde con costanza mille abitanti all'anno. Nel 2018 sono scesi sotto i 203 mila. Tra quindici giorni si capirà quanti sono gli abitanti persi nel 2019 e si potrà calibrare meglio la proiezione. Quello che riguarda i residenti nell'intera provincia è solo uno dei dati che martedì scorso il presidente della Provincia Roberto Padrin ha messo nelle mani del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia.
L'ANALISI PER AREEMa è dall'analisi per aree che sono arrivati i dati meno confortanti. Calano i residenti dell'unione montana Agordina, quelli dell'unione montana Comelico, dell'unione montana centro Cadore, idem per Longaronese e Zoldo, e Feltrino. Decrescita costante dal 2008 anche in Alpago. Stabile invece l'area di Belluno Ponte nelle Alpi. A crescere è solo la popolazione dell'unione montana Valbelluna se si considera un arco temporale compreso tra i 1991 e il 2018. Tra i numeri svettano quelli dell'agordino dove la popolazione è passata dai 22mila 251 abitanti del 1991 ai 18mila 878 del 2018. 
IL CASO TAIBONIn un quadro di segni meno si scopre che Taibon è riuscito a mettere a segno per due anni dei numeri positivi. Cioè ad incrementare il numero dei residenti. Il merito, secondo chi ha analizzato i dati, potrebbe essere dell'apertura di un asilo nido. «I genitori si trasferiscono dove sono più comodi con i figli» spiega Giovanni Gobitti dei servizi statistici della Provincia. Difficile stabilire se sia davvero così, quello che è certo è che tra il 1991 e il 2004 la popolazione è aumentata di 130 residenti. Un margine che porta in attivo il saldo anche se si considera uno spettro di anni più ampio. Quello che è certo è che l'assenza dei servizi in montagna inizia a diventare un problema.
DESERTIFICAZIONEIl dato che riguarda i negozi di generi alimentari è ottimistico perché la Camera di Commercio si ferma al 2017 e ci sono quasi 24 mesi in cui le cose potrebbero essere peggiorate ulteriormente (non ha senso ipotizzare uno scenario diverso, spiegano gli addetti ai lavori). A Colle Santa Lucia, a San Tomaso Agordino e a Vodo di Cadore non c'è neppure un negozio di generi alimentari. A Colle non ci sono né una farmacia né uno sportello bancomat. A San Tomaso c'è solo la posta: oltre al negozio di alimentari - secondo il report consegnato al ministro Boccia - mancano anche lo sportello bancomat e una farmacia. A Vodo ci si consola con due famacie e un ufficio postale. Zero alimenti, zero bancomat.
LA VALIGIA DEI GIOVANIUn approfondimento è stato chiesto all'Istat e riguarda il titolo di studio comparato all'età di quelli che lasciano il territorio per trasferirsi all'estero. Stando ai dati raccolti fin qui dalla Provincia non pare che i ragazzi lascino Belluno per andare all'estero. Un numero che si mantiene però costante. Tra i 700 e i 500 abitanti ogni anno lasciano Belluno per andare all'estero. Un saldo che viene compensato solo in parte dagli arrivi dall'estero. «Gran parte di questi arrivi sono badanti» aggiungono dall'ufficio statistica della Provincia. Andrea Zambenedetti 
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