BELLUNO - «Non è stata fatta giustizia: si meritava di più». Accanto al dolore per quella figlia che il marito le ha sottratto quasi 5 anni fa e in cui ogni tanto si perde, fantasticando sulle uniche foto del cellulare che le sono rimaste, Elena ha scoperto la rabbia: «Io non vedo la mia bambina da maggio 2017. Lui mi ha rovinato la vita, mi ha distrutto». Il Tribunale di Belluno ha riconosciuto la responsabilità penale dell’uomo, condannandolo a 1 anno e 9 mesi di reclusione. Troppo poco, secondo Elena, perché il tempo in cui lei è rimasta senza la figlia è più del doppio: «La penso di continuo – ha aggiunto – negli ultimi due anni l’ho vista soltanto due volte in videochiamata. Lei mi ha guardato ma non mi ha riconosciuto e ha cominciato a piangere».
I RICORDI
La donna, che abita nel Feltrino, si trova ora in Macedonia, il suo paese di origine. È tornata lì per incontrare la figlia più grande, avuta dal primo marito, ma il suo pensiero è sempre rivolto verso la Russia dove una bimba di 6 anni, rubata alle sue braccia, sta crescendo senza di lei. Gli unici ricordi a cui si è aggrappata, nei momenti di maggior tristezza, sono le tre foto che ancora conserva nel cellulare e che ritraggono la piccola quando aveva un anno e mezzo. Tutto il resto è scomparso. I giochi e i vestiti sono stati portati via, mentre le numerose foto di cui era tappezzata la casa sono state strappate e distrutte dal suo ex. In questi anni di vuoto Elena si è rivolta all’avvocato Roberta Resenterra per ottenere giustizia. Prima è arrivata la sentenza di separazione, poi la condanna, nei confronti dell’uomo.
IL RAPIMENTO
Nessuno però potrà mai cancellare quel giorno in cui la piccola è scomparsa. «Ero appena uscita dal lavoro – ha raccontato – e stavo aspettando mio marito per tornare a casa. Ho provato a chiamarlo ma il telefono era spento, così ho preso la corriera». A casa c’era soltanto il papà dell’uomo: «Mi ha chiesto: “Non sei andata in Russia anche tu? Gli altri sono partiti”. Credevo fosse uno scherzo. Tre giorni dopo ho chiamato i carabinieri». La versione dell’ex marito è di aver portato la figlia in Russia per farle fare «un periodo di vacanza, evitando alla stessa almeno per un certo periodo la sofferenza legata al pesante clima di tensione e conflittualità che si era creato in famiglia». Che si trattasse di una fuga lo si era capito anche da un altro dettaglio: l’uomo aveva svuotato il conto co-intestato con la moglie, prelevando circa 8mila euro. Ma perché fuggire a Volgograd (Russia) con una bimba di 1 anno e 9 mesi? «Non mi ha dato nessuna spiegazione – ha confidato Elena – Nemmeno a posteriori. Cosa ho fatto per meritarmi questo? Forse perché non andavo d’accordo con la suocera».
LA BATTAGLIA
Lui, intanto, si è rifatto una vita e l’ultimo pensiero è quello di tornare in Italia, tanto meno ora che è stato condannato.