Dilapidò alle slot machine i soldi dell'anziano zio: 3 anni al nipote amministratore

Mercoledì 26 Maggio 2021 di Davide Piol
Dilapidati i soldi dello zio alle slot machine

QUERO VAS/ VALBELLUNA - Tra le accuse presenti nel capo d'imputazione colpivano quei duemila euro prelevati dal conto dello zio di Quero Vas (di cui era amministratore di sostegno) e usati per giocare alle slot. Ma i prelievi, secondo la pubblica accusa, ammontavano addirittura a oltre 35mila euro. Ieri mattina il gip Scolozzi ha condannato Renato Schievenin, 50enne di Quero Vas ma residente a Mel, difeso dall'avvocato Liuba D'Agostini (in sostituzione di Roberta Resenterra) a 3 anni di reclusione per l'accusa di peculato.

La difesa aveva ottenuto il rito abbreviato che, in caso di condanna, permette di ottenere lo sconto di un terzo della pena. Nessun risarcimento invece per la parte civile, ossia per il fratello della vittima che si era costituito parte civile con l'avvocato Mauro De Lucca.


L'ACCUSA
I fatti contestati dalla Procura della Repubblica di Belluno riguardavano il periodo che va da gennaio 2012 a novembre 2016. Era stato il fratello dell'imputato, dopo la morte dello zio avvenuta il 17 novembre di quattro anni fa, a sporgere denuncia quando si era accorto che dal conto dell'uomo mancavano ben 35.640 euro. Una somma ingente sparita senza lasciar traccia. Così almeno sembrava. Perciò il procuratore Paolo Luca aveva aperto un'indagine per peculato incaricando la Guardia di Finanza di Belluno di eseguire gli accertamenti necessari. Era emerso che, durante la sua attività di amministratore di sostegno, il cinquantenne feltrino aveva prelevato dal conto dello zio quasi 9mila euro all'anno senza causa e per scopi personali. Dal punto di vista contabile, tale somma era stata giustificata in quanto pagamento di una fattura di quasi 40mila euro emessa dalla ditta Pegasus per un'operazione inesistente. E poi comparivano due pagamenti eseguiti tramite il bancomat della vittima: 1.230 euro nel 2015 e 890 euro nel 2016. Entrambi per poter giocare alle sale slot.


LA DIFESA
L'avvocato Liuba d'Agostini, ieri mattina, ha spiegato che la nomina di un amministratore di sostegno era stata chiesta dopo che il Comune si era reso conto della situazione di degrado in cui viveva lo zio. Tanto che, a un certo punto, l'abitazione dell'uomo era stata dichiarata inagibile. Poi era entrato in gioco Schievenin. I rendiconti finanziari, tuttavia, sono stati definiti dalla difesa stessa un grande caos. Ma dall'incapacità dell'imputato di redigere tali documenti non poteva derivare, secondo l'avvocato D'Agostini, l'ipotesi di peculato. Non c'era cioè la prova dell'appropriazione del denaro prelevato dal conto corrente dello zio, anzi. Dividendo quei 33mila euro per tutti gli anni in cui Schievenin gli era stato vicino si ottengono circa 500 euro al mese che potevano essere serviti all'anziano per le spese di routine prima di entrare in casa di riposo. Nessuna scusante, invece, riguardo ai 2mila euro giocati alle slot. Schievenin aveva già ammesso di averli spesi nel gioco, aggiungendo però di essere stato autorizzato dallo zio a prelevare i soldi dal suo conto corrente.


LA SENTENZA
Ieri mattina è stato discusso il rito abbreviato e il pubblico ministero Roberta Gallego ha chiesto 4 anni di carcere. Mentre il fratello della vittima ha depositato una domanda risarcitoria pari a 35.640 euro (l'intera somma prelevata dal 2012 al 2016) più 10mila euro di danni morali. Il giudice ha condannato Schievenin a 3 anni di reclusione e accolto la tesi della difesa secondo cui il fratello non si sarebbe potuto costituire parte civile in quanto la vera persona offesa era la madre che però è morta. Ha disposto la confisca del denaro, ma per euro 20.287 anziché 35.640 come era contestato. Entro 15 giorni usciranno le motivazioni del giudice e poi, quasi sicuramente, la sentenza sarà portata in Corte d'Appello dalla difesa dall'imputato.
 

Ultimo aggiornamento: 11:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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