Spaventato dai cinghiali finisce nel dirupo e si frattura tibia e perone

Mercoledì 24 Agosto 2022
I soccorsi al veronese ferito
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BELLUNO - Ieri sera, martedì 23 agosto, dopo le 18 la Centrale del Suem è stata allertata da un escursionista che si era fatto male durante il giro ad anello della Valle Carazzagno sul Lago del Corlo, nel Bellunese. Le prime informazioni purtroppo erano molto poche: l'uomo parlava della Casa del Cuore e della località Forzeleta senza poter collaborare nell'invio delle coordinate poiché nella caduta aveva perso gli occhiali. Quindici soccorritori della Stazione di Feltre sono partiti in ricerca distribuendosi nella vallata, caratterizzata da saliscendi e fitta vegetazione, finché non sono riusciti ad avere un contatto vocale con il 49enne di San Bonifacio, in provincia di Verona, e lo hanno ritrovato molto fuori dal sentiero, lungo la verticale al Col Geremia, a 874 metri di altezza. Una volta raggiunto, l'uomo ha riferito di essersi spaventato dopo aver incrociato dei cinghiali, di avere preso un canalino per scendere verso il basso e di essere scivolato. Fermatosi sopra un salto di roccia dopo essere ruzzolato una trentina di metri, l'escursionista aveva riportato la probabile frattura di tibia e perone, botte alle testa e un taglio sul polpaccio.

I soccorritori gli hanno prestato le prime cure, mentre, attivato dalla Centrale del 118 per il recupero, si avvicinava l'elicottero di Trento emergenza abilitato al volo notturno. Medicato dall'equipe sanitaria e imbarellato, l'uomo è stato issato a bordo con il verricello e trasportato all'ospedale di Belluno. L'intervento si è concluso alle 23.30. Attorno alle 20 l'eliambulanza del Suem di Pieve di Cadore è poi volata lungo la normale del Civetta, dove, vicino al tratto ferrato, si trovava una 44enne della Repubblica Ceca con un probabile trauma alla gamba. La donna è stata imbarcata dal tecnico di elisoccorso con un verricello e trasportata all'ospedale di Pieve di Cadore, pronta a intervenire in supporto una squadra del Soccorso alpino della Val di Zoldo. I tre compagni della donna hanno proseguito autonomamente.

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