Skilift in offerta: il Comune vende l'impianto di risalita per 25mila euro

Mercoledì 22 Agosto 2018 di Yvonne Toscani
Skilift in offerta: il Comune vende l'impianto di risalita per 25mila euro
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Il Comune di Santo Stefano vende uno dei suoi gioielli sportivi, l'unico a valenza invernale. La giunta di Palazzo Alfarè ha infatti messo sul mercato l'impianto di risalita a fune alta denominato Gei. Alla base della decisione: gli elevati costi di esercizio. La stessa motivazione che ha costretto alla chiusura dello skilift dalla stagione invernale 2015/2016. L'amministrazione comunale ha deciso di chiudere il suo unico impianto sciistico anche per l'estrema difficoltà ad individuare soggetti in grado di assicurare, in maniera adeguata, la sua gestione. Ma la questione è sempre la stessa: far quadrare i conti. Perché alla base del mancato interesse per la gestione  dell'impianto c'è il solito problema dei costi, considerati troppo eccessivi, nonostante l'impegno del Comune di mettere a disposizione i macchinari e le attrezzature di supporto, facendosi carico delle spese di energia elettrica e di consumo dell'acqua, nonché degli oneri per le manutenzioni straordinarie. Nel 2013 la collaborazione di Palazzo Alfarè è andata anche oltre, con un contributo di 15mila euro. Tutto questo, però, non è stato sufficiente ad evitare i tre anni di stop dell'impianto. Così la giunta ha valutato la necessità di procedere alla vendita, adottando gli opportuni atti di indirizzo per l'ufficio tecnico comunale, incaricato di avviare le procedure per verificare un eventuale interesse da parte di qualcuno, che dovrà porre sul piatto una cifra non inferiore ai 25mila euro.

LA STORIA
Una vicenda lunga quella dell'impianto Gei che ha registrato un'accelerazione all'inizio del secolo, quando nell'inverno 2001/2002 la Regione stanziò, ricorrendo ai fondi del credito sportivo, un sostanzioso contributo per finanziare la riattivazione della pista, uno dei punti cardini del programma elettorale dell'allora amministrazione comunale, guidata da Silver De Zolt. Per le immancabili difficoltà burocratiche, ci vollero due anni per dar il via concretamente all'intervento, con lo smantellamento dei precedenti sostegni di linea e del box di legno. Operazione necessaria per proseguire con i lavori che, eseguiti dalla Meb Impianti di Bergamo e guidati dall'ingegnere Sergio Zandonella Necca, beneficiarono oltre che del finanziamento regionale anche di circa 60mila euro reperiti dal Comune. Il tutto per oltre 200mila euro. Nell'autunno del 2004 arrivò finalmente la fase del collaudo, con la verifica della conformità a quanto previsto dalle disposizioni legislative in materia di sicurezza sulle piste da sci, effettuata dall'Ustif, l'Ufficio periferico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti preposto al controllo degli impianti invernali. L'inverno 2004/2005 segnò l'inizio del nuovo, e a questo punto breve, capitolo della storia della pista collocata di fronte al Monaco Sport Hotel. Dopo sette anni di chiusura, il 18 dicembre, venne varata la nuova era del piccolo impianto di risalita, con una funzione prettamente sociale e un poliedrico corollario di iniziative.

L'ULTIMA GESTIONE
In queste undici stagioni, tramite gare d'appalto, il funzionamento dello skilift è stato assicurato, fino al 2013, dalla Società Nuova Gei Srl e, nei due inverni conclusivi, dalla Cooperativa Sociale Cadore Scs. 
Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 14:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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