Sindacalista "marina" l'ufficio: l'Inps la licenzia ma lei la spunta

Venerdì 23 Novembre 2018
Fulvia Bortoluzzi sindacalista Cgil
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BELLUNO - «La sindacalista? Non è una dipendente». È così che l'Inps, al termine di un controllo scattato nel 2015 nella sede di Filcams Cgil Lavoratori commercio e turismo di via Fanuzzi, ha contestato il rapporto di lavoro che era in essere con la sindacalista, Fulvia Bortoluzzi. Annullò il rapporto stipulato con la Filcams e le somme erogate come retribuzioni alla sindacalista vennero accantonate. Con la sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Belluno, Anna Travia, arrivata a ottobre, è stato confermato che la donna stava svolgendo un vero e proprio lavoro subordinato. Anche se non era presente in ufficio, a tutte le ore. Il giudice ha confermato il rapporto di lavoro subordinato a tempo parziale della sindacalista dal 15 giugno 2011.

 IL CASO Fulvia Bortoluzzi venne impiegata con il primo contratto di lavoro part time, come sindacalista alla Filcams, in distacco sindacale, in base alla legge 300, che prevede la possibilità di lavorare come sindacalista in distacco. Insomma il formale datore di lavoro resta la Lidl, dove lavorava, ma aveva un impiego part-time alla Filcam, per 20 ore come funzionaria sindacale. A un certo punto c'era necessità di implementare l'orario di lavoro: viene fatto alla donna un secondo contratto di lavoro a tempo parziale. In questo modo è stata di fatto trasformata a tempo pieno, manche se formalmente sono rimasti in piedi due rapporti di lavoro a tempo parziale. Uno scenario compatibile con quanto previsto dall'Inps e dalla legge.

IL CONTROLLO Dopo 11 anni che la Filcams ha pagato retribuzione e contributi scatta il controllo dell'Inps che non trova la sindacalista in ufficio. Viene sentita sia la Bortoluzzi che l'allora segretario provinciale. I sindacalisti spiegano che l'orario di lavoro è flessibile per naturali esigenze connaturate all'incarico, se ci sono trattative da fare o altri incontri con in azienda. Ma secondo l'Inps non, dal momento che non era in ufficio, non si trattava di un rapporto di lavoro subordinato e annulla il secondo part time con la Filacams. Impone che tutto quanto era stato versato come retribuzione e contributi fino ad allora venga accantonato come contribuzione differenziale del primo rapporto di lavoro ovvero il distacco. Rispetto alla retribuzione originaria si andava ad aggiungere quindi una retribuzione aggiuntiva. L'Inps aveva creato un paradosso che aveva fatto schizzare la Bortoluzzi sopra i livelli della Camusso e in lizza per le pensioni d'oro.

LA CAUSA La Filcams Cgil ha impugnato la cancellazione del rapporto di lavoro subordinato, sostenendo di avere fatto una scelta trasparente e tramite l'avvocato Marta Cappuzzo del Foro di Padova, con il collega Giancarlo Moro ha avuto giustizia dimostrando che per la sua stessa natura il lavoro del sindacalista non si può fare sempre seduto in ufficio.
Ultimo aggiornamento: 15:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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