Il senegalese accoltellato: «Quel giovane mi ha pugnalato, ma io lo perdono»

Venerdì 18 Settembre 2020 di Lucio Eicher Clere
Mire di San Pietro di Cadore, dove Nicola Mina di 28 anni ha accoltellato un ambulante senegalese
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«Non provo odio verso quel giovane che mi ha accoltellato»: il commerciante senegalese Wagne Serigné, 47 anni, colpito all’addome con due coltellate da Nicola Mina, 28 anni di Casada (frazione del Comune di Santo Stefano), ha ripreso il suo giro settimanale nei paesi del Comelico proponendo minuterie varie.

L’AFFETTO
È accolto con affetto dai tanti che lo conoscono, che si interessano delle sue condizioni di salute e a chi glielo chiede mostra le cicatrici delle ferite ricucite. «Sono mussulmano -dice- e la mia religione mi invita a perdonare e quel ragazzo lo perdono, poi la giustizia farà ciò che deve, ma io non voglio vendetta nè auguro che finisca in prigione per la violenza che mi ha fatto. La prigione rende peggiori quelli che vi entrano e io penso che quel ragazzo deve migliorare stando fuori e pentendosi del suo comportamento». Un colloquiare sincero, lo si vede dagli occhi che esprimono dolore per l’immotivata aggressione, e poi la paura di morire, lasciando orfani quattro figli che sono in Senegal con la mamma. 

IL PENSIERO
«Durante il periodo di ricovero in ospedale -racconta- non ho potuto mai comunicare con mia moglie e lei aveva pensato che fossi morto. Ho pensato non tanto alla mia sorte, quanto alla difficoltà nella quale sarebbe rimasta la mia famiglia. Ringrazio Allah per essermi ripreso presto e poter tornare a fare la professione che esercito con tutti i permessi in regola, e ringrazio anche la gente che mi accoglie con rispetto e mi augura di star bene. Io voglio vivere in pace e non rispondo mai alle provocazioni quando qualcuno mi dice “negro di merda, torna a casa tua”, resto in silenzio e me ne vado da un’altra parte». Il sorriso che distende il suo volto è espressione di gratitudine per chi gli rivolge attenzione e gli augura di star bene, per chi acquista una cintura elastica, un orologio colorato, o altri oggetti che riesce a portare appoggiati sull’avambraccio. Un saluto cordiale, un arrivederci ad altra occasione, dimenticando la sera della violenza inattesa e senza alcuna motivazione se non il raptus derivato forse da una mentalità razzista o forse da una reazione imprevista e comunque ingiustificata a qualcosa che l’aggressore aveva appena visto.

L’INCHIESTA
Intanto procedono le indagini della Procura per ricostruire l’accaduto. Il sostituto procuratore Katiuscia D’Orlando, che ha contestato a Mina le lesioni personali aggravate dall’odio razziale (aggravante respinta dall’avvocato Danilo Riponti, che difende l’accusato), ha dato incarico al medico legale Antonello Cirnelli di Portogruaro per rispondere ad alcuni quesiti sulla tipologia delle lesioni riportate da Wagne Serigné. Il consulente è già al lavoro con gli ufficiali di polizia giudiziaria che sono intervenuti, la tac dell’accoltellato e le sommarie informazioni dei testimoni sulla dinamica del fatto. L’ambulante se ne stava andando e Mina lo avrebbe affrontato estraendo il coltellino e colpendolo in pieno addome per due volte. Il consulente avrà 60 giorni per definire la causa e tipologia delle lesioni e l’entità delle stesse, se compatibili con l’accusa di lesioni gra
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