Senegalese accoltellato, per il 28enne scatta l'aggravante dell'"odio razziale"

Martedì 11 Agosto 2020 di Lauredana Marsiglia
San Pietro di Cadore, la frazione di Mare, dove è avvenuto l'accoltellamento
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SAN PIETRO DI CADORE - È scattata l’aggravante dell’odio razziale nei confronti del N.M., 28 anni, comeliano, che sabato pomeriggio in piazza a Mare ha accoltellato all’addome un venditore ambulante senegalese. Il giovane, posto subito agli arresti domiciliari, su ordine del sostituto procuratore Katijuscia D’Orlando, è accusato di lesioni gravi, porto abusivo d’arma, con l’aggravante, appunto, dell’odio razziale, passaggio che rischia di rendere estremamente dura l’eventuale pena. 
RESTA RICOVERATO
Nel frattempo il senegalese resta ricoverato all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Secondo fonti ufficiali non è in pericolo di vita, ma la ferita provocata dal coltello infilato nell’addome ha provocato lesioni importanti. L’africano, residente a Cavaso del Tomba (Treviso), era un habituée del Comelico dove saliva spesso per vendere la sua merce. Ed è proprio sulla vendita di un oggetto a quello che di lì a poco sarebbe diventato il suo aggressore, sarebbe scattata la lite, culminata con l’accoltellamento. Le urla della vittima hanno subito richiamato l’attenzione della gente, facendo partire la chiamata prima al 118 e quindi ai carabinieri. Il senegalese, dopo essere stato stabilizzato, era stato poi trasferito a Treviso, mentre l’aggressore è scattato l’iter investigativo.
GLI ARRESTI DOMICILIARI
Subito fermato e interrogato, è stato quindi posto di domiciliari come richiesto dal sostituto procuratore che coordinale le indagini.
La misura cautelare passerà domani mattina, alle 10, in tribunale a Belluno dove dovrà essere convalidata dal giudice per le indagini preliminare (Gip), Angela Feletto. La difesa, dopo un primo passaggio d’ufficio all’avvocato Francesca De Michiel del foro di Belluno, è stato conferito di fiducia all’avvocato Danilo Riponti del foro di Treviso.
Le carte del delicato caso sono arrivate sulla sua scrivania solo ieri pomeriggio. Poche righe di incarico, quindi la telefonata ai genitori del giovane per cercare di inquadrare i fatti ed arrivare preparato all’appuntamento con il Gip davanti al quale si giocherà la misura cautelare che potrebbe essere confermata, oppure trasformata in una misura meno restrittiva o ancora essere revocata.
NESSUN RAZZISMO
Secondo Riponti, la questione etnica tuttavia non centra e qualora entrasse in un eventuale processo metterà al centro una non facilmente dipanabile controversia sul piano socio-criminologico.
La ricostruzione dei fatti è stata curata dai carabinieri della compagnia di Cortina, dopo aver sentito i protagonisti e i testimoni di un episodio che ha lasciato tutti di basiti e coese nel rigettare accuse generalizzate di razzisimo.
La miccia dell’aggressione, secondo alcune testimonianze, andrebbe ricercata nella qualità della merce che il comeliano aveva acquistato dall’africano. Una discussione dalla quale il venditore aveva cercato di fuggire tentando di raggiungere la propria vettura parcheggiata sull’altro lato della strada. Ma è proprio in questo frangente che sarebbe scattata la rabbia del comeliano. 
 

Ultimo aggiornamento: 13:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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