Scuolabus i sindaci del bellunese sfidano la Corte dei Conti

Martedì 27 Agosto 2019 di Andrea Zambenedetti
Scuolabus comunale, la corte dei conti si oppone
BELLUNO
Guardi, di tutte le follie che siamo costretti a subire questa non è neppure la peggiore. È evidente che continueremo a fare come abbiamo sempre fatto». Camillo de Pellegrin sindaco di Val di Zoldo è uno dei tanti sindaci della provincia di Belluno che è costretto a sfidare la legge per garantire ai suoi cittadini più piccoli il servizio scuolabus.
RICAPITOLIAMO
Secondo il parere dei giudici contabili, che di recente si sono espressi sul punto in Piemonte, il servizio scuolabus dovrebbe essere interamente coperto dalla tariffa. In altre parole i pulmini devono essere pagati interamente dalle famiglie, senza possibilità di intervento economico da parte dei Comuni. Un inghippo che il Governo gialloverde aveva provato a superare con il Decreto scuola approvato “salvo intese” dal consiglio dei ministri del 6 agosto. L’articolo prevedeva che i Comuni potessero sostenere economicamente il servizio, come del resto succede ovunque. La caduta dell’esecutivo (in carica solo per gli affari correnti) ha fatto venire meno il requisito delle “intese” e quindi in gazzetta ufficiale è finita solo la reintroduzione dell’educazione civica. Poco importa che l’Anci (Associazione nazionale dei comuni) avesse già tranquillizzato i Sindaci. La norma non è stata pubblicata e i Comuni che vorranno continuare a riversare fondi sul servizio scuolabus dovranno farlo a loro rischio e pericolo. Con lo spettro di un pronunciamento della Corte dei conti.
 
I DISOBBEDIENTI
«È da tempo che si lavora sul rapporto tra rette, utenze e pagamenti - spiega Paolo Vendramin, sindaco di Ponte nelle Alpi - si vorrebbe arrivare a far pagare tutte le rette ai genitori. Noi siamo contrari a questa politica. Condannerebbe le famiglie a ulteriori esborsi. Ed è anche subdolo perché così sembra che siano i Comuni a far pagare di più alle famiglie. Nel nostro Comune ci sono 7 scuolabus e tre zone, i pulmini arrivano fino a 1000 metri di quota. Noi proseguiremo con l’aiuto alle famiglie. La Costituzione è dalla nostra parte». A tranquillizzare le famiglie anche Roberto Chissalè, sindaco di Agordo: «Proseguiremo con la compartecipazione delle spese per le famiglie che necessitano del servizio». Ezio Zuanel sindaco di La Valle Agordina si spinge oltre: «Ormai quello dello scuolabus è uno dei pochi servizi che eroghiamo se rinunciamo anche a quello cosa ci resta da fare?». A Seren Del Grappa, il primo cittadino Dario Scopel non prende in considerazione scenari alternativi: «C’è sempre stata la richiesta di una piccolissima compartecipazione, simbolica, mentre lo scuolabus è gratuito per l’asilo. Credo sia giusto che il sindaco possa decidere, su questo andiamo avanti come abbiamo sempre fatto. Anche il provvedimento che stava emanando il governo indica che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta. Al nostro comune gli scuolabus costano circa 25mila euro all’anno». A Pedavena, Nicola Castellaz spiega: «Il servizio è già stato istituito e comunicato ai genitori. Se ci sono delle novità aspettiamo che ce le dicano. Si tratta di un’agevolazione, le tariffe sono state individuate con attenzione: se una famiglia ha più figli ad esempio, il prezzo non si moltiplica per il numero di figli ma viene calcolato in modo da essere meno impattante sui bilanci familiari». «Se questo è il modo di ragionare - riprende Camillo de Pellegrin, Val di Zoldo - allora dovrebbe essere esteso a tutti i trasporti. Si tratta di un paradosso: sappiamo che i mezzi pubblici sarebbero troppo onerosi per gli utenti, in assenza di un intervento pubblico». «Il vero federalismo, e la vera autonomia - conclude Jacopo Massaro sindaco di Belluno - consiste nel dare la più ampia discrezionalità d’intervento all’ente che è più vicino al cittadino, che conosce meglio il territorio e che gestisce il maggior numero di servizi. Questo ente è il Comune, che tra l’altro viene gestito da sindaci e consiglieri eletti direttamente dai cittadini e da questi più controllati».
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