Longarone. Nasce la scuola del futuro, finanziata con 8 milioni del Pnrr: sarà a basso consumo energetico

Di forma circolare, il nuovo complesso raggrupperà elementari e medie che attualmente contano rispettivamente 154 e 128 giovani

Sabato 22 Aprile 2023 di Lauredana Marsiglia
La scuola del futuro

LONGARONE (BELLUNO) - Nel desolato panorama di scuole fatiscenti, risalenti prevalentemente agli anni Settanta e quasi tutte fuori norma rispetto agli standard di sicurezza, il progetto del nuovo complesso scolastico "Bambini del Vajont", che sorgerà in area Malcom al posto delle vecchie medie, sembra arrivare da un pianeta dove la scuola mantiene intatto il suo valore di cuore pulsante di una società, capace di diventare il "terzo educatore" che si fonda sull'importanza dell'edificio scolastico nel determinare la qualità degli apprendimenti attraverso la qualità degli spazi.

Chi insegna e chi impara potranno godere di ambienti adeguati, strutturati per fondere esperienze, creare socialità e cultura, anche attraverso il patio centrale scoperto che richiama il concetto di agorà. Ma capace anche di modularsi in base a quella che sarà la popolazione scolastica, purtroppo sempre più ridotta. Longarone da qualche anno ha stabilizzato le nascite: 25-27 l'anno, ma sempre poche rispetto alle 120 del 1970.

Appalto a settembre

Il progetto di fattibilità tecnico-economico, che prevede 8 milioni di euro di spesa base, è stato presentato ieri mattina nella sala consigliare del Municipio dal sindaco Roberto Padrin affiancato dalla giunta e dai progettisti. Ma l'altra grande notizia è che la spesa sarà interamente coperta dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Comune ha infatti vinto il bando riservato alla riqualificazione delle scuole, primo in Veneto. Ora il tempo corre, perché la nuova scuola dovrà essere pronta entro giugno 2026, pena la perdita dei finanziamenti. Una sfida per la quale il Comune ha preferito aderire all'accordo quadro con Invitalia (braccio finanziario del Governo) grazie al quale accelerare l'iter della gara che dovrà essere in rigorosa versione europea. Si spera di poter chiudere la parte burocratica entro agosto. L'appalto dovrebbe avvenire già a settembre.

Il progetto

Di forma circolare, il nuovo complesso raggrupperà elementari e medie che attualmente contano rispettivamente 154 e 128 giovani (restano a parte le materne con 94 alunni). Tre innesti volumetrici diventano i perni principali attorno ai quali disegnare gli accessi che saranno divisi per la scuola primaria a la secondaria di primo grado. Sarà un edificio a basso consumo energetico, senza consumo di fossili ma alimentato da pompe di calore. Sarà costruito sulle vecchie scuole medie dell'area Malcom, dove insistono già gli impianti sportivi e l'Alberghiero, che saranno presto demolite: sistemarle avrebbe richiesto un intervento da circa 6,5 milioni di euro. Non saranno demolite, invece, le materne in quanto vincolate.

Il progetto coprirà una superficie lorda di 4330 metri quadrati strutturati su tre livelli di cui uno interrato. Con la sua forma circolare ospiterà 16 aule dedicate alla didattica, 6 aule interciclo a supporto delle principali e 10 laboratori, oltre a una palestra, l'aula magna, la mensa e gli uffici. Le pareti interne saranno mobili, per garantire maggiore versatilità.

Il progetto sviluppato da Saico Ingegneria, Amaa e l'architetto Giona Carlotto G-OA, nasce dallo studio del luogo, del suo paesaggio e delle tipologie costruttive tipiche della zona montana. Assieme ad Alberto Zanchettin di Amaa, ha spiegato la filosofia che ha ispirato l'edificio. «Il territorio che circonda Longarone e le Dolomiti - si legge nella relazione - è ricco di manufatti e case in legno che debbono essere studiate sia come edificio singolo che come elementi facenti parte di una struttura insediativa più complessa. Questi aggregati rurali mostrano come alcuni degli insediamenti storici montani vedano le abitazioni disporsi nel tempo a formare un nucleo». «Questo disco leggero - prosegue la relazione - ospita le aule di musica, informatica, arte, scienze, tecnologia e parte degli uffici amministrativi, definendo lo spazio di quello che è inteso come un laboratorio diffuso in cui gli studenti lavoreranno in spazi in diretta connessione l'un l'altro. Nel superare il concetto attuale di aula si è pensato ad uno spazio flessibile potenziato dall'aggregazione modulare. Queste aule sono caratterizzate da pareti mobili che, se aperte, rendono lo spazio delle aule e del laboratorio un ambiente unico e attraversabile dagli studenti generando un luogo vivace». 

Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 10:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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