La scrittrice americana torna sui passi degli antenati: emigrati negli Usa dal paese del Bellunese

Venerdì 5 Marzo 2021 di Olivia Bonetti
La scrittrice americana torna sui passi degli antenati: emigrati negli Usa dal paese del Bellunese

La scrittrice italo-americana Jennifer Anton ha voluto riscoprire la storia della sua famiglia in parte emigrata negli Usa da Fonzaso in provincia di Belluno. Ne è uscito un libro che narra i sacrifici e la tenacia di un gruppo di donne costrette a rimboccarsi le maniche per sbarcare il lunario in assenza dei mariti, all'estero durante la Seconda Guerra mondiale.


IL RACCONTO
«È un po' come riportare a casa mia nonna, dopo una vita all'estero, anche se ormai non c'è più».

Jennifer Anton, scrittrice italo-veneta-americana residente a Londra, restituisce alle nuove generazioni alcune delle protagoniste dell'emigrazione femminile, da un paesino del Bellunese, Fonzaso, dopo il periodo duro del Fascismo e della Guerra. Nel suo libro in uscita Under the Light of the Italian Moon (Sotto la luce della luna italiana) si ispira alla storia vera di resilienza delle matriarche della sua famiglia, durante l'occupazione nazista nel nord Italia, raccontando le vite delle sue antenate. 


LE ORIGINI

Il romanzo ha come teatro Fonzaso, un comune del territorio feltrino in provincia di Belluno, che oggi conta circa 3mila abitanti. Parte dalla sua bis bis nonna, Adelasia Dalla Santa Argenta, ostetrica, formata a Padova, conosciuta come La Capitana. Ma la protagonista è la bisnonna Maria Ninetta Argenta Pante: ha vissuto sola nell'Italia fascista, nel paesino bellunese, con un marito emigrato all'estero, negli Stati Uniti. Si è rimboccata le maniche e con tenacia e la tempra delle donne bellunesi è andata avanti. Poi la scrittrice arriva a colei che ha ispirato la sua opera: la nonna Adelasia Pante Manzi, detta Lasia, Lasietta. Era nata nel 1929 a Fonzaso, dove è cresciuta e ha vissuto il periodo della guerra. Nel 1947 è emigrata negli Stati Uniti e non è mai più rientrata nel suo paese natale. Un territorio che la nipote (nata nel 1977 in Usa), ovvero proprio la scrittrice Jennifer Anton, ha prima conosciuto dai suoi racconti e poi nelle sue numerose visite in Italia alla ricerca delle sue radici. Un lungo viaggio durato 14 anni nei quali la Anton ha incontrato gli anziani fonzasini, intervistato persone che avevano conosciuto i suoi famigliari, raccolto materiale e testimonianze per scrivere il suo romanzo. L'opera, che la scrittrice vuole consegnare alle nuove generazioni, uscirà l'8 marzo, nella giornata Internazionale della Donna. «Se i giovani conosceranno queste storie al femminile - dice - non andranno perdute. L'ho voluto fare perché le donne creano costruiscono e gli uomini con le loro guerre distruggono. Poi le donne vengono dimenticate e gli uomini ricordati. Forse se avessimo avuto più donne protagoniste nella storia non sarebbe andata come è andata. Ma quel che è certo è che non vogliamo che quella storia si ripeta». 


LA RICERCA

Jennifer Anton è nata e cresciuta a Joliet, Illinois, Usa, dove è nata e cresciuta la madre Nancy Manzi Anton, anche lei nata negli Stati Uniti nel 1958, figlia dell'emigrante fonzasina Adelasia Pante Manzi. Ora Jennifer, dopo quel viaggio alle sue radici che le ha cambiato la sua vita, non è più negli Usa: ha preso la cittadinanza italiana e vive tra Londra e il lago di Como. L'idea di restituire le storie di quelle donne feltrine d'altri tempi, che hanno combattuto la guerra nel quotidiano tra casa e campi per decidere poi di emigrare per sfuggire alla povertà, è nata a seguito di un momento drammatico e tragico nella vita della scrittrice oriunda bellunese. Era il 2006 quando negli stati Uniti la Anton ha dato alla luce la figlia. «È nata 17 giorni prima che mia nonna, Adelasia Pante Manzi, morisse all'età di 76 anni - racconta la Anton - . Qualche giorno dopo ho avuto una cardiomiopatia per complicazioni dopo la gravidanza e sono quasi morta anch'io. Questo periodo drammatico ha acceso in me la necessità di conoscere la storia delle donne della mia famiglia. Non voglio che vengano dimenticate e in questo modo penso di aver riportato la mia cara nonna Adelasia Pante Manzi nella sua Fonzaso, in via Calzen, dove abitava sua mamma». «Stiamo perdendo queste storie, queste donne che hanno battuto la guerra e la difficile vita da emigranti - dice - e ritengo che sia un dovere restituirla ai giovani ai teenager italiani e americani, affinché non dimentichino da dove vengono». Lei non lo dimentica, dopo averlo voluto sapere con forza. Prima negli Usa con i racconti della zia Rita Pante De Boni, oggi 86enne, sorella della nonna, che dopo quel tragico 2006 ha aiutato Jennifer a ricostruire la storia della sua famiglia. Poi in paese, a Fonzaso, dove ha riscoperto le sue radici con ricerche durate anni. Oltre a intervistare feltrini emigrati negli Usa e Canada ha parlato con le persone rimaste nel Bellunese, che avevano conosciuto la sua famiglia: Maria Dalla Santa Corso di Seren del Grappa, che oggi non c'è più, Milena Sabbadin di Fonzaso, Tinetta Sebben (di Frassené, comune di Fonzaso), Francesco Bof.


LA TRAMA

«Nina Argenta - racconta la Anton nella sinossi del romanzo - non vuole la vita tradizionale di una contadina. Figlia di una ostetrica di tempra, è determinata a decidere del suo destino. Ma quando il fratello emigra in America promette a sua mamma che non la lascerà mai». Al centro del racconto una storia d'amore. Anton anticipa: «Quando il suo amico d'infanzia Pietro Pante torna per un breve soggiorno nel loro paesino di montagna, Fonzaso, la passione si accende mentre la tensione del regime sale. E mentre il loro amore aumenta, Pietro deve ripartire per andare a lavorare nelle miniere di carbone in America. Nina è combattuta tra seguire il suo uomo o rispettare la promessa fatta alla madre e restare in Italia». Arriva l'occupazione nazista e un futuro con Pietro sembra impossibile: Nina dovrà fronteggiare il nemico da sola.


IL LANCIO

In questi giorni la Anton ha condiviso con diversi post sul gruppo Facebook Sei di Fonzaso se... gli appuntamenti con la presentazione del romanzo. L'anteprima internazionale è l'8 marzo dagli Stati Uniti a mezzanotte ora italiana (6pm ora di New York, 11pm orario di Londra) con la Organizzazione nazionale donne italo-americane e si potrà seguire dal web (https://conta.cc/3s2QGg6). Il 12 marzo brindisi con l'autrice in una diretta Facebook, alle 23 ora italiana (https://www.facebook.com/events/457531571960346/). Il 29 marzo alle 7.30 ora italiana incontro con l'autrice alla Royal Borough of Kensington & Chelsea Libraries. Anche in questo caso si potrà seguire online (https://bit.ly/3k6UI4q). Il libro, al momento solo in versione in inglese, si può acquistare su Amazon in Formato Kindle. Il volume è edito da Amsterdam Publishers, con Liesbeth Heenk. «Ringrazio i miei editori che mi sono stati vicini in un lavoro di squadra - conclude la scrittrice oriunda bellunese -: volevo che tutto fosse perfetto, e sono stata affiancata dalla mia editor australiana Angela Meyer che mi ha aiutata nel progetto. Sarà presentato anche in una libreria di Feltre: la data non è ancora fissata. Ora spero di tradurre l'opera anche in italiano, trovare un editore e diffonderla anche qui: è importante che le nuove generazioni lo leggano e conoscano queste storie». 

Ultimo aggiornamento: 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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