LAMON - Sarebbe partito dai familiari che non lo hanno visto rientrare a casa nel tardo pomeriggio l’allarme per la ricerca di un pescatore che aveva raggiunto le sponde del lago di Senaiga. Ieri in tarda serata le ricerche erano ancora in corso.
Il lago è meta frequente di pescatori: le sponde più ambite si raggiungono attraversando una passerella che venne costruita quando il bacino artificiale venne realizzato e serviva a collegare le abitazioni che si trovavano dal lato opposto. La passerella è alta una quarantina di metri sulla superficie del lago: una volta raggiunta l’altra sponda gli stessi pescatori con il loro passaggio hanno di fatto creato una fitta rete di sentierini che portano proprio a contatto con l’acqua. Non sono battuti e nè sicuri: con l’umidità i massi sporgenti e le pietre lisce diventano autentiche trappole e scivolare in acqua è un attimo. La profondità è immediata e nel punto più centrale raggiunge i 60 metri. Non è escluso che l’uomo possa aver messo un piede in fallo perdendo l’equilibrio e finendo inghiottito nell’acqua gelida, impossibilitato a nuotare sia per la bassa temperatura, sia per il fatto di essere appesantito dagli abiti.
LA RICERCA
In serata dunque soccorsi mobilitati per trovare l’uomo scomparso dopo qualche ora trascorsa dedicandosi alla sua passione: la pesca. Una passione che potrebbe essergli stata fatale in una serata di metà marzo gettando nell’angoscia la famiglia e gli amici. «È un lago pericoloso -ammette l’uomo che ieri sera ha aperto un piccolo cancello che immette in un sentiero che a sua volta collega le sponde per consentire ai vigili de fuoco di avviare le ricerche- ci vanno con barchette e canoe kayak, ma la disgrazia è davvero dietro l’angolo, servirebbe più attenzione nel rilascio delle autorizzazioni».
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