Gli sciacalli dorati individuati grazie alla “prova ululati”

Sabato 31 Ottobre 2020 di Daniela De Donà
Un esemplare di sciacallo dorato
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Lo sciacallo dorato è tra noi.

Non un esemplare, ma una coppia con tre cuccioli, nati ad aprile nei boschi del Comelico. Ed è un gran bel segnale: una certezza che non si rifà a una immagine notturna fissata dai sensori a infrarossi del fototrappolaggio, ma ratificata da un monitoraggio preciso, avvenuto registrando un lungo vocalizzo: un ululato dei piccoli e della coppia che hanno replicato a un altoparlante che ne ha imitato il verso.

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LA VERIFICA
La verifica bio-acustica – avvenuta alle 20 di mercoledì 28 ottobre - è stata effettuata da Luca Lapini, Stefano Vendrami, Cesare Sacchet, Michele Cassol nella zona di Santo Stefano di Cadore. «A dare risposta alle stimolazioni è stato un gruppo riproduttivo», è la notizia data con soddisfazione da Loris Pasa, responsabile dell’Ufficio faunistico della Provincia di Belluno, affiancato da Oscar Da Rold, comandante della Polizia provinciale; Stefano Vendrame, tecnico dell’Ufficio faunistico; e Franco De Bon, consigliere provinciale con delega a caccia e pesca (nella foto a fianco tutti insieme). La presenza era nota, ma, essendo una specie elusiva, le immagini non davano certezze, anche perché la somiglianza con la volpe – una volpe di grande taglia, in realtà – poteva trarre in inganno nella determinazione della specie: «A essere “imbrogliati”, in tal senso, furono anche specialisti del settore negli anni Ottanta – precisa De Bon – ora il canide è stato avvistato in habitat che permette la biodiversità. A Santo Stefano ci sono ancora pascoli e prati falciati».


POSIZIONE PRIVILEGIATA
La presenza della coppia riproduttiva (i piccoli a gennaio 2021 già se ne saranno andati “via di casa”) conferma che la provincia di Belluno è, geograficamente parlando, in una posizione privilegiata, incuneandosi dentro la catena alpina, lungo il percorso di animali che arrivano dai Balcani, proprio come lo sciacallo dorato (Canis aureus), specie probabilmente partita dall’area turca.


I GRANDI CARNIVORI
Lo sciacallo dorato si va ad aggiungere, quindi, ad altri grandi carnivori che sono tornati a muoversi nel territorio bellunese, in modo più o meno stanziale: l’orso, presente dalla metà degli anni Novanta; il lupo, con i presunti sette branchi; la lince in rari singoli esemplari. Ma sono qui a due passi le lontre, predatore acquatico capace di scollinare dal bacino della Drava. «Siamo accerchiati dalle lontre – sintetizza Pasa - non ci aspettiamo invece il castoro (dopo secoli la presenza di un esemplare è accertata nella zona friulana del Tarvisiano)».


IL CENSIMENTO
Per sapere quanti siano i carnivori occorre una raccolta dati uniforme. Ecco che da inizio ottobre Belluno partecipa al censimento avviato dal Ministero dell’Ambiente: sono 100 i “transetti”, individuati sul territorio provinciale che vengono percorsi sistematicamente per raccogliere informazioni sulle presenze di carnivori grazie a personale tecnico della Regione, a Carabinieri forestali e a volontari del Cai e di associazioni venatorie che controllano impronte, escrementi, predazioni. Tutti risultati che portano a una considerazione: «In provincia di Belluno si sta ricostruendo una piramide ecologica, con nuove presenze».

Ultimo aggiornamento: 09:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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