Sci, le nuove regole anti covid per aprire gli impianti il 15 febbraio: sì delle Regioni

Sabato 23 Gennaio 2021 di Andrea Ciprian
La funivia sul Faloria a Cortina d'Ampezzo

BELLUNO - Un nuovo protocollo per consentire l’apertura in extremis delle piste da sci. Nella serata di giovedì la Conferenza delle Regioni ha approvato una propria proposta di linee guida per l’avvio degli impianti di risalita. L’obiettivo di alzare finalmente il sipario sulla stagione invernale il prossimo 15 febbraio appare però ancora molto (forse troppo) ottimistico. Il protocollo predisposto dalle Regioni dovrà essere sottoposto a un iter dall’esito e dalle tempistiche incerte: il passaggio finale sarà l’approvazione da parte del Cts che lo scorso 24 dicembre aveva di fatto rispedito al mittente il primo documento “Proposta di linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali”, redatto dalla stessa Conferenza. 
LE CRITICITÀ
Allora il Comitato tecnico scientifico espresse una serie di osservazioni chiedendo la revisione di alcuni punti cruciali del documento. Il protocollo approvato giovedì vuole superare tali criticità. Una delle questioni più delicate da affrontare è quella del contingentamento degli sciatori nel comprensorio, con l’introduzione di un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili in ogni stazione invernale. Inoltre, il sistema di limitazione delle presenze prevederà un coordinamento tra impiantisti, strutture ricettive e autorità sanitarie locali. C’è poi il problema del controllo dei flussi in particolare nei comprensori più grandi e nei collegamenti tra aree sciistiche appartenenti a province e regioni diverse (è il caso, ad esempio, del Sellaronda che unisce Arabba, Alta Badia, Val Gardena e Val di Fassa): il Cts richiede che vengano adottati accorgimenti chiari per evitare assembramenti in ogni momento della giornata. 
Inoltre, vanno prese idonee misure di prevenzione considerando il fatto che, muovendosi da una regione a un’altra, lo sciatore potrebbe trovarsi in zone che presentano diverse situazioni pandemiche e quindi soggette a diverse restrizioni. L’obbligo della mascherina da parte degli sciatori che salgono sugli impianti rimane una certezza, così come la riduzione della loro capienza al 50%, con una puntualizzazione: il numero va calcolato arrotondando per difetto e non per eccesso. 
LA SICUREZZA
Nonostante le incognite, gli addetti ai lavori vogliono farsi trovare pronti per l’ipotetico avvio della stagione invernale, mettendo in sicurezza gli impianti e preparando le piste. «Sento molti colleghi e operatori della filiera ancora fiduciosi e determinati a dare comunque inizio alla stagione, anche se molto in là come calendario – dichiara Andy Varallo, presidente di Dolomiti Superski, il consorzio delle principali stazioni invernali dolomitiche –. Le condizioni di innevamento naturale sono eccezionali, le piste sono in ogni caso state preparate alla perfezione e anche Pasqua quest’anno cade in un periodo favorevole in termini di calendario. Tutti questi presupposti ci danno motivazione e ci mantengono ottimisti nei confronti di uno svolgimento dignitoso di quanto rimane dell’inverno in corso. Sulle Dolomiti, l’intera filiera turistica era pronta a partire, sia a dicembre, che dopo l’Epifania e tanto più il 18 gennaio. Purtroppo, l’evoluzione dei contagi ha reso chiaro che non c’erano le condizioni per il via libera da parte del Governo. Ne abbiamo preso atto con senso di responsabilità, anche se con grande rammarico». 
 

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