«Riaprire gli impianti da sci il 5 marzo? Una beffa, come se al mare concedessero di partire il 5 settembre»

Lunedì 15 Febbraio 2021
Impianti da sci chiusi
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Impianti da sci chiusi, l'emergenza Coronavirus non risparmia il settore, ma i malumori si sentono, e forte. «La prospettiva di aprire il 5 marzo è una beffa: a quel punto la stagione è chiusa, finita. È come se al mare concedessero di aprire il 5 settembre. Chiediamo subito i ristori, gli indennizzi: è l'unica via che hanno per "scusarsi" con noi, dopo quello che ci hanno fatto». È la dura reazione alla decisione del Governo sullo sci del presidente della sezione Veneto dell'Anef (Associazione esercenti funiviari), Renzo Minella. «Sono fondamentali - aggiunge, riferendosi ai ristori - dopo questo trattamento poco rispettoso nei nostri confronti.

Potranno consentirci di traghettare le nostre aziende al 1 dicembre. Sappiamo tutti che per gli impiantisti la stagione estiva è marginale: consente appena di pagarsi le spese, se va bene».

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Impianti chiusi

«Per noi è game over - prosegue Minella -, dopo aver perso l'Immacolata, Natale, le settimane bianche e Carnevale. Magari qualcuno proverà anche ad aprire, ma non è escluso che la sera del 4 marzo il governo dica di nuovo di no. Sino a oggi - conclude - avevamo fatto tutto quello che ci era stato chiesto, nei vari Decreti del presidente del consiglio dei ministri. Avevamo preparato un protocollo, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che conteneva le linee guida, la data di ripresa, il contingentamento delle presenze e tutto quello che ci era stato chiesto. La doccia fredda di domenica sera ha fatto sì che abbiamo assistito all'ennesimo tira e molla del governo nei nostri confronti. Anche se avessimo potuto aprire il 17 febbraio, questo non avrebbe coperto le perdite, non avrebbe compensato i mancati incassi dei mesi passati, ma ci avrebbe messo nelle condizioni di far sciare la gente».

«Sabato 13 febbraio - ricorda Minella - ci viene indicata la riapertura per il 17; domenica 14 viene negata. Il 17 avremmo aperto tutti, esclusi i comprensori di Cortina coinvolti nei Mondiali, che avrebbero atteso qualche giorno. Lo avremmo fatto con spirito di servizio, con la voglia di dare il segnale che la montagna è viva e vuole ripartire. Lo avremmo fatto per le nostre maestranze. Avremmo coinvolto tutta la filiera: rifugi, alberghi, ristoranti, maestri di sci, noleggi. Eravamo comunque consapevoli che avremmo avuto solamente la clientela veneta, per il blocco fra le regioni».

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Caner, incidente di percorso?

«Voglio considerare quanto accaduto con l'Ordinanza emessa dal ministro Roberto Speranza come un incidente di percorso legato a una fase di transizione dal precedente Governo a quello che andrà in Parlamento per ottenere la fiducia mercoledì». Così l' assessore al turismo della Regione del Veneto Federico Caner sulla decisione di rinviare l'apertura delle piste da sci dal 17 febbraio al 5 marzo. «Credo proprio che ora, grazie alla presenza di Ministri preparati come Massimo Garavaglia, Erika Stefani e Giancarlo Giorgetti - aggiunge - il nuovo esecutivo farà segnare un cambio di passo, sapendo gestire le partite future con la capacità di una visione a tutto tondo che è propria della politica e che talvolta può mancare ai tecnici perché più abituati a considerare aspetti più specifici delle questioni». «Come noto la nostra Regione, pur evitando sovrapposizioni con il Carnevale, era pronta. Ieri in serata - spiega - abbiamo appreso in maniera inaspettata una decisione che, poiché emessa dal Cts, il massimo board sanitario, rispettiamo. Ciò che più ho trovato spiacevole nell'azione del Ministro Speranza è stato il fatto che in un colpo solo e senza alcun preavviso sia stato gettato alle ortiche il lavoro congiunto fatto da tutte le Regioni dell'Arco Alpino e condiviso dalla Conferenza delle Regioni per dare vita al protocollo per praticare lo sci in sicurezza. Se ci fosse stato comunicata fin da subito la decisione di rinviare l'apertura forse non si sarebbero create delle false illusioni e fin da subito sarebbe stato chiaro che l'unica alternativa sarebbero stati i ristori». «Il ministro Garavaglia - precisa - ci ha già rassicurato sull' arrivo dei ristori». La questione del mancato preavviso, ma anche la situazione della montagna veneta saranno al centro dell'incontro che l'assessore avrà oggi con il ministro: «lo stop fino al 5 marzo rappresenta per la montagna veneta - osserva Caner - una vera e propria mazzata. Non saranno solo gli impianti a fune a soffrirne, ma tutta la filiera dagli alberghi, fino alla moda».

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Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 08:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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