Stato d'emergenza più lungo, tramonta la stagione sciistica

Mercoledì 13 Gennaio 2021 di Francesco Malfetano
Stato d'emergenza più lungo, tramonta la stagione sciistica

Oggi il rinnovo dello stato d'emergenza, domani l'ultimo incontro con le Regioni e venerdì il nuovo Dpcm. È questo il fitto calendario che l'esecutivo - crisi di governo permettendo - affronterà nelle prossime 72 ore. 
Il primo nodo da sciogliere è il rinnovo dello stato d'emergenza, necessario per rendere efficace il nuovo Dpcm che verrà varato immediatamente dopo.

Lo status scade il prossimo 31 gennaio e verrà rinnovato per decreto (al testo, in cui entrerà anche l'istituzione delle zone bianche, sarà affiancato un Dpcm vieta l'asporto dopo le 18 per bar e ristoranti) ma è ancora da confermare quale sarà la ratio retrostante. La posizione più accreditata è quella del Comitato tecnico scientifico che ieri ha dato indicazione esplicita al governo di prorogare fino al prossimo 31 luglio lo status per poter proseguire al meglio con la campagna vaccinale e contenere il contagio. Una posizione questa, anticipata dal Messaggero la scorsa settimana e confermata al giornale anche da Palazzo Chigi. Tuttavia resta in piedi anche l'ipotesi di un rinnovo più breve che termini alla fine di marzo o alla fine di aprile. 


REGIONI

Una volta chiusa la partita dello stato d'emergenza, dello stop alla movida e delle zone bianche (a cui potrebbero accedere le Regioni con Rt sotto 0,50 e un'incidenza di casi di 50 ogni 100mila abitanti) il pallino del gioco tornerà a Stato e Regioni. I governatori sono infatti stati convocati dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia per una riunione giovedì mattina. In questa, al netto di opposizioni già viste lo scorso lunedì come quelle del friulano Fedriga e del campano De Luca che avrebbero voluto una zona arancione nazionale o come del ligure Toti che già si è scagliato contro le nuove misure che colpiranno i ristoratori, verranno comunque confermate tutte le indicazioni sul nuovo Dpcm circolate nei giorni scorsi. 


Oltre alla proroga del sistema dei colori (rivisto dai nuovi parametri che renderanno più semplice entrare in zona arancione e rossa) e del coprifuoco dalle ore 22 alle 5, all'interno del documento troverà spazio una deroga per le seconde case. Tanto in zona gialla, quanto soprattutto in zona arancione, le abitazioni secondarie saranno raggiungibili ma solo se all'interno della propria Regione. In zona rossa invece, solo se all'interno del proprio Comune. 


Non solo. Nel testo che entrerà in vigore il 16 gennaio per restarci un mese o anche un mese e mezzo, («Della durata si parlerà dopo la proroga dello stato d'emergenza» spiegano dal governo) resteranno anche alcune delle misure ad hoc pensate per il periodo natalizio. Si tratta ad esempio delle chiusure nei fine settimana per i centri commerciali, ma anche del divieto di ricevere più di 2 persone non conviventi in casa o, per i bar e i ristoranti, di restare aperti dopo le ore 18 per l'asporto. Dal 15 in poi infatti, ai ristoratori sia in zona gialla che in zona arancione saranno consentite solo le consegne a domicilio. Allo stesso modo non si potrà varcare i confini delle Regioni (neppure se gialle) a meno che non si abbiano le ormai note comprovate ragioni di necessità che consentono di agire in deroga alla misura. Vale a dire studio, lavoro, salute o rientro presso il proprio domicilio. Per cui, di conseguenza, con il Dpcm sarà rinviata anche la stagione sciistica in partenza il 18 gennaio. D'altronde il Cts ha espresso «grande preoccupazione» per la riapertura degli impianti sciistici. Il Cts ha anche confermato il via libera ai Mondiali di Sci di Cortina a porte chiuse.

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