La frana e il paese fantasma. «Noi, abbandonati per sei mesi»

Sabato 18 Maggio 2019
La frana e il paese fantasma. «Noi, abbandonati per sei mesi»
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ALPAGO - Grazie al bel tempo, la frana di Schiucaz ieri non ha parlato. Non c'è stato nessun crollo, ma si è mossa silenziosamente di 50 centimetri e per due giorni sono previste precipitazioni. La fessura in testa misura ormai oltre 3 metri e se ne è formata una nuova a metà e gli sviluppi potrebbero essere rapidissimi. Ieri hanno parlato invece gli abitanti del piccolo borgo al di là del Tesa, in comune di Alpago, che hanno dato sfogo a mesi di frustrazione.


Lo hanno fatto nell'incontro che c'è stato in Municipio a Farra, con il prefetto Francesco Esposito e i referenti delle forze dell'ordine. Non ne hanno risparmiate a nessuno, chiedendo perché, per oltre 6 mesi dopo Vaia, sono stati abbandonati. «Il fango che c'era in paese alto così - hanno detto - perché nessuno è venuto a vederlo? E lo dico  partendo dal Comune, su su in avanti. Gli unici presenti sono stati i vigili del fuoco, carabinieri e polizia locale. Basta». E tutti d'accordo hanno gridato: «Qui è stata sottovalutata la situazione». E alcuni hanno chiesto: «Ma se da 6 mesi la casa rosa è stata evacuata e lì c'è anche la strada, sulla sp 5 non c'era pericolo?»
LA COMPETENZAOggi avranno modo di porre questi quesiti anche a Regione, Veneto Strade e Provincia, che incontreranno in Comune alle 15. Ieri il prefetto Esposito ha fatto presente che era lì per parlare di vigilanza e sicurezza, infatti ha sottolineato più volte le proprie competenze ricordando che «questo è il ruolo che vi posso garantire, se possiamo dare una mano la diamo». La frana infatti da giovedì è in mano alla Regione, dopo i primi giorni in cui non era stata chiarita la competenza.
IL COMITATOL'incontro di ieri aperto ai 17 residenti di Schiucaz era di fatto un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, fatto in Alpago. Oltre al prefetto, c'erano questore Aprile e comandanti provinciali dell'Arma, Rastelli, e della Finanza, Giacchi. A fare gli onori di casa il sindaco Umberto Soccal. È stato fatto a porte chiuse: non ammessa la stampa. Ma è comunque stato possibile ricostruire l'accaduto all'uscita della riunione, durata circa un'ora. Dopo gli iniziali toni aggressivi dei residenti all'uscita hanno tutti sottolineato e apprezzato che «il prefetto ci ha messo la faccia». 
ABBANDONATITutti hanno puntato il dito su quello che non è stato fatto in questi quasi 7 mesi da quel maledetto 29 ottobre 2018. «Siamo sfollati da 6 mesi e non si è fatto vedere nessuno», ha detto mamma Torrelli, la famiglia che abita nella casa rosa al civico 18 di Schiucaz, vicino alla frana. Poi il titolare del mulino Mauro De Pizzol: «Se domattina mi va giù il mulino, con un'attività e un'azienda su cui viviamo, e mi danno 100mila euro di danni io chiudo tutto e vado da un'altra parte. È inutile star qui a ciacolar». In tanti poi hanno puntato il dito sul ritardo con cui ci si è accorti della gravità della situazione a Schiucaz. «Non si può dire che è da domenica che c'è una situazione così - hanno detto, rispondendo al prefetto -, perché c'è gente che sono sei mesi che è fuori di casa. E infine frustrati: «Spero che venga giù, finalmente e butti giù tutto». 
IL PREFETTO«È tutto da verificare quello che si doveva o poteva fare - ha risposto Esposito -. Io onestamente preferirei guardare a oggi. Sono qui per darvi un segnale di vicinanza, se c'è bisogno noi ci siamo, affinché possiate avere interlocutori in carne e ossa: seguirò lo sviluppo di tutto. Sono qui per dire noi ci siamo, dopo di che il portafoglio per intervenire non ce l'ho io». «Continueremo a fare vigilanza fino a domenica - ha assicurato -, dopo sarà dinamica e basterà. Di questo ci assumiamo la responsabilità». E a qualcuno che chiedeva di andare a recuperare beni: «È un rischio che non vale la pena correre, la vita umana vale molto di più».
Olivia Bonetti

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