ALPAGO (BELLUNO) - «Dolorosi, umilianti e violenti»: sono stati definiti così, dalla Procura della repubblica di Belluno, i rapporti sessuali che una donna residente in Alpago ha raccontato di aver subito dal fidanzato, pur cercando di respingerlo (invano) con la forza delle braccia e delle gambe. Era una relazione tra schiavo e padrone. Vittima e carnefice. Lei obbligata a indossare vestiti lunghi, a non uscire di casa, a non parlare con nessuno.
L'INCUBO
Lui intento a plasmarla, a violentarla fino a farle perdere i sensi, a maltrattarla con pugni, graffi, calci, sputi in faccia. Sulla base di quanto raccolto dalla pubblica accusa, il gip di Belluno, ieri mattina, ha rinviato a giudizio l'uomo. Si tratta di un 42enne bellunese, difeso dall'avvocato Maurizio Paniz (sostituito dalla collega di studio Anna Casciarri) e imputato di maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni aggravate. La donna invece, di 39 anni, si è costituita parte civile con l'avvocato Paolo Patelmo.
LE OFFESE
Non mancavano le offese, «Fai schifo», «Sei la più grande pu.a che abbia mai frequentato», e le minacce, «Ti spacco tutte e due le gambe», «Ti distruggo, ti ammazzo!». La donna ha raccontato agli inquirenti che non poteva truccarsi, né tanto meno indossare vestiti aderenti o scollati. Se usciva di casa o sentiva qualcuno veniva aggredita verbalmente e fisicamente. Fu addirittura costretta a cancellare tutti i suoi profili social. L'avvocato Anna Casciarri, ieri mattina, ha provato a chiedere un patteggiamento (1 anno e 5 mesi di reclusione) ma l'uomo è stato rinviato a giudizio. Il processo comincerà il 26 maggio con l'audizione dei primi testi del pubblico ministero. Nel passato del 42enne di Belluno c'è un precedente analogo. Nove anni fa fu condannato in rito abbreviato a 10 mesi di reclusione (pena sospesa) per stalking e violazione di domicilio. La vittima era la sua fidanzata dell'epoca, anche lei costretta a subire scenate di gelosie, pressioni psicologiche e violenze. (DP)