ALLEGHE - Sarà eseguita l'ispezione cadaverica sulla salma di Carla Scola. La data del funerale non è ancora stata fissata. All'indomani del tragico scontro frontale tra l'auto della 47enne e un furgoncino che trasportava prodotti Lattebusche, a Caprile, l'impressione in valle è ancora molto profonda.
LO SCHIANTO
Erano da poco trascorse le 8 di sabato quando la Peugeot 205 guidata dalla Scola, residente a Rocca Pietore, stava percorrendo la strada regionale 203 Agordina sul tratto rettilineo che da Santa Maria delle Grazie conduce a Caprile. Qui, di fronte all'hotel Monte Civetta, ha invaso la corsia opposta dove in senso contrario procedeva un camioncino. L'impatto è stato tremendo. Carla Scola ha perso la vita all'istante, l'autista del mezzo che stava scendendo verso la sede di Busche è rimasto ferito: ai vigili del fuoco sono servite ore per liberare dalle lamiere accartocciate F.M., 58 anni di Mel. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco permanenti di Agordo, i volontari di Caprile e i colleghi del Comando di Belluno con l'autogru. C'erano anche l'ambulanza dell'ospedale di Agordo, la Croce Verde di Alleghe e l'elicottero dell'Aiut Alpin di Bolzano. Ignota la ragione del sinistro anche se i testimoni avrebbero precedentemente visto l'auto della Scola procedere a zig zag. Tra le principali ipotesi al vaglio, quindi, un malore o l'uso del telefonino.
LA VITTIMA
Carla Scola, nata l'11 aprile 1974, era originaria di San Tomaso Agordino. Qui ha vissuto la sua giovinezza con la mamma Rita e il papà elettricista Ferruccio nativo di Falcade, entrambi deceduti anni fa. In paese, nella frazione di Costoia, è rimasta ad abitare la sorella maggiore Paola con la sua famiglia. La vittima aveva un figlio, Francesco, 30 anni, che vive a Feltre. Una vita un po' in salita, quella di Carla Scola.
INFANZIA DIFFICILE
Da un'infanzia difficile a una maturità anch'essa non facile, con vari alti e bassi, in cui ha inserito varie occupazioni professionali tra cui quella di operatrice socio sanitaria: un ambito, quest'ultimo, in cui si era fatta apprezzare per il modo particolarmente delicato che sapeva usare con le persone anziane e disabili. Dopo un periodo tra Cencenighe e il Feltrino, negli ultimi anni si era trasferita nella frazione di Moè di Laste, in comune di Rocca Pietore.