Sappada passata al Friuli, e in Comelico nei servizi pubblici partono i licenziamenti

Martedì 31 Dicembre 2019 di Yvonne Toscani
L'ecocentro di Ponte della Lasta in Comelico
SANTO STEFANO DI CADORE -  Dopo dieci anni arriva il benservito. Accade all'ecocentro di Ponte della Lasta, gestito dall'Unione montana del Comelico, che si occupa del servizio ambientale per conto dei cinque Comuni. Una delle conseguenze più negative dell'uscita di Sappada dal comprensorio, e forse non previste dai politici, riguarda il mondo del lavoro.

GLI EFFETTI
Il ritorno di Sappada nel Friuli Venezia Giulia ha portato ad una riduzione della massa di immondizie trattate dall'Unione Montana del Comelico, annualmente stimata attorno al 20 per cento, e ad un surplus d'organico. A farne le spese è stato Guido De Villa, residente a Costalta, da due lustri in servizio a Ponte della Lasta, dove centinaia e centinaia di cittadini hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzare il lavoro svolto, con estrema disponibilità ed attenzione, nel selezionare i rifiuti e nel venire incontro alle esigenze o richieste di informazioni dell'utenza. Il suo 2019 è stato all'insegna delle lettere: il primo avviso di licenziamento è arrivato nella tarda primavera, cui ha fatto seguito una risoluta presa di posizione anche del sindacato. Reintegrato, De Villa è stato lasciato definitivamente senza lavoro di recente. Non per anzianità (altri sono stati assunti dopo di lui e sono rimasti), quanto piuttosto perché il contratto di assunzione era relativo soltanto all'ecocentro. «Licenziato ai primi di dicembre racconta sono stato portato davanti all'ispettorato del lavoro di Belluno. Mi è stata fatta un'offerta economica, equivalente ad alcune mensilità». L'ormai ex dipendente dell'Um è stato costretto ad accettare, per evitare: il ricorso davanti ad un tribunale, le lungaggini della giustizia italiana, l'incertezza del risultato e, in caso di esito negativo della causa, le spese legali. Le unità in più erano due: un altro dipendente si è licenziato autonomamente, mentre un altro è passato al municipio di San Nicolò.

L'ALTERNATIVA
«In situazioni analoghe è stata trovata un'alternativa, continua amareggiato De Villa che, dopo la pausa natalizia, si metterà alla ricerca di un altro lavoro per esempio, con moduli orari da completare in un Comune». Intanto all'ecocentro sono rimasti in pochi: una manciata di dipendenti. Pochi per coprire l'intero ed unico punto di raccolta del Comelico e, persino, le ferie. Una scelta discutibile: proprio in un momento in cui, a livello globale, si dovrebbe puntare, tra le priorità, sull'ambiente. Questo, purtroppo, non è l'unico taglio di posti di lavoro dovuti all'uscita di Sappada: anche la segreteria dell'Istituto comprensivo ha subito i contraccolpi, per la diminuzione di alunni, e a fare le valigie, per altri lidi, sono stati sempre dipendenti comeliani.
 
Ultimo aggiornamento: 12:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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