Morì in auto per la tempesta Vaia: nessun colpevole per il decesso del 49enne padovano

Mercoledì 7 Agosto 2019
Morì in auto per la tempesta Vaia: nessun colpevole per il decesso del 49enne padovano
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FELTRE - Non è stato individuato alcun colpevole per la morte di Sandro Pompolani, il 49enne padovano che fu la prima vittima di Vaia in provincia. L’uomo, che era residente a Voltabarozzo (Pd) e lavorava al colorificio Paulin di Feltre, era morto quel terribile lunedì 29 ottobre mentre rientrava dal lavoro. Al volante della sua Lancia Musa si era rimesso in viaggio, verso l’alloggio che aveva in zona Feltre, sotto la tempesta. Il destino però lo atteso alle 18.30 lungo la Culliada, dove un grosso platano, divelto, dal vento si è abbattuto sulla sua auto, uccidendolo. La Procura di Belluno aprì un fascicolo per omicidio colposo, contro ignoti. Si trattava di capire se gli alberi “killer” che costeggiano la Culiada erano stati adeguatamente mantenuti e era stata fatta dal Comune la giusta manutenzione. Al termine delle indagini, che sono passate anche per una perizia sugli alberi, il sostituto procuratore Roberta Gallego, ha concluso chiedendo l’archiviazione. Le motivazioni si basano sul fatto che l’evento non era prevedibile in concreto, con i dati che il Comune aveva in mano. Infatti in quei giorni prima di Vaia, anche se era stato diffuso il bollettino d’allerta rossa, visto che erano state previste criticità/allerte legate a fenomeni meteo-idrogeologici e idraulici il vento non era stato previsto.
IL DIRITTO
A un certo punto nell’inchiesta sembrava che dovessero arrivare degli indagati. La svolta è arrivata dall’orientamento sancito dalla Cassazione per i reati colposi. «L’accertamento della prevedibilità del fatto va effettuato, in concreto, riportandosi al momento in cui la condotta, commissiva od omissiva, è stata posta in essere», si dice. Gli accertamenti della Procura devono essere fondati quindi su tutte le circostanze in cui il Comune di Feltre si trovava a operare all’epoca per poi uniformarsi alla regola cautelare. Ebbene il vento prima di Vaia, era stato previsto solo in quota, e sicuramente non con raffiche a 190 chilometri orari, come poi avvenne in tutta la provincia. Per questo il pm Gallego ha concluso con la richiesta di archiviazione. Ora si dovrà attendere la decisione del gip o l’eventuale impugnazione da parte dei famigliari.
L’INFERNO
Quel pomeriggio in tutta la provincia ci fu l’inferno. Ripetuti nei giorni precedenti erano stati gli appelli del Prefetto Francesco Esposito a non muoversi, tanto che dispose anche la chiusura di scuole e uffici pubblici. Purtroppo però quel maledetto giorno Sandro Pompolani andò al lavoro in Colorificio, che era aperto. Rientrando intorno alle 18.30 la tragedia. Pochi metri più avanti di lui, un altro automobilista, anche lui investito da una pianta mentre era nell’abitacolo dell’auto, si salvò, riportando solo qualche ferita. Pompolani fu la prima vittima di Vaia. Poi Ennio Piccolin, il 61enne trovato morto a Falcade martedì pomeriggio e indirettamente un uomo travolto da una pianta mentre sistemava i danni e i due anziani uccisi dal monossido del generatore a Gosaldo.
Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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