Comparse sottoposte al tampone, poi ciak si gira "Un passo dal cielo"

Martedì 28 Luglio 2020 di Daniela De Donà
Set di Un passo dal Cielo in centro a San Vito
SAN VITO DI CADORE Set sull’isola pedonale, tra lucette, tavolini e camioncino Country Grill. Proprio quello che, a giorni alterni, propone pollo e patatine a Calalzo, Santo Stefano o Borca. Pronti a far girare pollastri allo spiedo ecco Paolo Pol con Renè Sommariva. Pronto a far girare la pellicola, invece, il regista della fiction “Un passo dal cielo” che, ieri sera, ha scelto come fondale il centro di San Vito di Cadore. 

LA SCENOGRAFIA
Erano le 18.30 quando l’arredatrice, Katia Cappellacci, su indicazioni della scenografa Francesca Passadora, sistemava le fioriere davanti alla scena, luogo di incontro degli attori. Finale, questo, di una lunga giornata, iniziata presto sul monte Cristallo, dove a recitare c’era il protagonista, Daniele Liotti, a riposo in serata. La serie, prodotta da Lux Video, per Rai 1, sta portando in Cadore un bel movimento. E chi ospita – a cominciare dagli amministratori di San Vito, con in testa il sindaco Franco De Bon – mostra disponibilità nell’andare incontro alle richieste della produzione. Magari solamente sedie, tavoli, panche da sagra da spostare qua e là. Ma anche qualcosa di più.

LE PECORE 
«Quando hanno chiesto venti pecore - racconta Antonio Palatini, assessore al turismo, alla cultura, agli spettacoli di San Vito e, per l’occasione, persona di raccordo tra la troupe, la produzione e il territorio - c’è stato qualche problema, visto che siamo a luglio, Ora le greggi si trovano negli alpeggi, in alta montagna. Ci sono mille pecore a Mondeval, altre pascolano sulla Forcella Grande, ma quando sono in quota non le smuovi anche volendo, le pecore sentono che non è il momento di tornare a valle e non le smuovi neppure a pedate». È stato lui, ovviamente, a sbrogliare la questione, trovando il bandolo della matassa. «Non dico di più, ma ho trovate le venti pecore, e in Cadore».
L’ACCOGLIENZA
La serie televisiva, che, nata nel 2011, è alla sue sesta stagione, è migrata quest’anno per la prima volta in terra bellunese, trasferendosi dal lago di Braies a quello di Mosigo. Non hanno dubbi due dei settanta tra produzione e tecnici che stavano preparando materiale per il set: «Questo è un posto meraviglioso, questi luoghi i romani se li sognano – Emanuele e Constantin non hanno peli sulla lingua, e te lo dicono con accento romanesco – inoltre la gente, qui, è meno fredda che in Alto Adige».

I VOLTI
Tra le comparse impegnate ieri sera c’era Luca Zanfron, noto fotografo bellunese, ma anche volto del grande schermo. Con i compagni d’avventura - tutti passati la settimana scorsa per il test sierologico, con funzione preventiva per il Covid-19 - si è presentato a quello che è il campo base della troupe, l’Hotel park Des Dolomites, a Borca di Cadore. Lì ha incontrato Daniele Liotti che aveva recitato al mattino. Luca Zanfron, per la terza volta nella vita, si è ritrovato, quindi, sotto la luce delle telecamere. La prima, nel 2000, fu con il regista Renzo Martinelli: impersonò suo padre, Giuseppe, il fotografo che per primo arrivò a fissare in immagini la scomparsa di un paese – Longarone e frazioni – e il dolore straziante di chi, sotto alla diga del Vajont, non aveva più nulla. «Lavorare accanto ad Elsa Morante e a Michel Serrault in un film colossal come “Vajont” rimarrà tra le mie emozioni più grandi», sono parole di Luca Zanfron che a Belluno città è erede dell’arte del padre. Seguì, nel 2018, la parte da co-protagonista nel thriller di Lucia Zanettin “La val che urla” in cui impersonava una guardia forestale. Ora di nuovo sul set con “Un passo dal cielo”. Top secret il ruolo, comunque da semplice comparsa. 
Ultimo aggiornamento: 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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