Dopo 3 mesi di tregua si ricomincia a morire con il Covid

Venerdì 2 Ottobre 2020
Morto un 78enne con Covid, il primo decesso dopo 3 mesi di tregua
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LA PAURA
BELLUNO Ieri è stata la giornata più nera degli ultimi 3 mesi: quel numero di 113 morti per Covid, fermo sul bollettino quotidiano dell’epidemia ormai dal 6 luglio, è salito a 114. A perdere la vita nel reparto di Malattie Infettive del San Martino di Belluno dove era ricoverato da una decina di giorni, Salvatore Idili, 78enne di Mare di Cadore, in comune di San Pietro. Aveva scoperto di essere positivo dopo il ricovero all’ospedale di Pieve di Cadore, a seguito di un mancamento. Da lì il trasferimento e Belluno e nella notte tra mercoledì e giovedì il decesso. «Le cause ultime del decesso - spiegano in una nota dalla Usl 1 Dolomiti - saranno definite, come da protocollo, dall’Istituto Superiore di Sanità. Direzione Generale porge le condoglianze alla famiglia». 
LA GIORNATA
Oltre al decesso, che ha fatto ripiombare tutti nell’incubo del periodo dell’emergenza più dura, sono state registrate anche 8 nuove positivià in provincia. Il totale dei bellunesi infetti, dal report di Azienda Zero diffuso ieri sera, è a quota 159. Poco più di metà sono relativi al focolaio del Comelico (circa un’ottantina distribuiti tra i comuni di Santo Stefano, San Pietro e Comelico Superiore). Fortunatamente quel focolaio non ha fatto registrare nuovi casi nelle ultime 24 ore. Ma 5 delle 8 nuove positività sono comunque afferenti al Cadore e, come spiega la Usl, «saranno valutate per possibili collegamenti col focolaio del Comelico». «Particolare impegno - si legge nella nota - è stato dedicato al contact tracing derivante dalle positività riscontrate: i contatti sono attentamente censiti e gestiti». Dopo il decesso le persone attualmente ricoverate in Malattie Infettive al San Martino di Belluno sono 5.
L’ANALISI
«Il deceduto di oggi - spiegava ieri il direttore del Dipartimenti di Prevenzione delle Malattie infettive di Belluno, Sandro Cinquetti - è un caso atteso, purtroppo. Basti pensare che noi da 3-4 settimane registriamo una circolazione virale vivace nel Comelico e da questa anche una casista ospedaliera, che è maturata nelle ultime settimane. Il caso ha interessato questa persona pluripatologica ed è arrivato il decesso. Questa è la rappresentazione plastica di quello che è io Covid. Una malattia rappresentata bene dall’immagine di un iceberg: ci sono una serie di infezioni poi la punta, un decesso, che purtroppo dobbiamo mettere in conto quando c’è un focolaio più impegnativo come questo». Ma è iniziata la seconda ondata? «Sono fenomeni complessi - dice Cinquetti - di sicuro da settembre abbiamo avuto una ripresa di circolazione virale significativa probabilmente frutto dei rientri dalle vacanze, di una vita sociale più “sportiva”. Ora ci troviamo con 150 casi, che nell’immagine sono la base dell’iceberg, poi 5-6 ricoverati la parte visibile e il decesso, la punta». «Il Covid è una malattia che non ha una terapia risolutiva - conclude Cinquetti -. L’unico modo per combatterlo, non sconfiggerlo, è isolamento, quarantena, mascherina e distanziamento». E i nuovi casi in Cadore? «Nel Cadore ci sono alcuni comuni con casi leggermente superiori alla media provinciale, verosimilmente il prodotto di quel focolaio del Comelico. Stiamo studiando può darsi che ci sia qualche collegamento». Lo studio arriva fino a Sappada, e il dottor Cinquetti si è sentito col collega dal Friuli Venezia Giulia: «A Sappada ci sono 30 casi, una situazione speculare come a San Pietro».
Olivia Bonetti
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Ultimo aggiornamento: 10:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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