"Non ho parole": Samantha in coma, in una maglietta la protesta silenziosa dei genitori contro i medici

Lunedì 21 Febbraio 2022 di Eleonora Scarton
La maglietta con la frase "Non ho parole" appesa in camera di Samantha D'Incà
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FELTRE - Samantha parla attraverso la sua maglietta e chiede che le venga ridata la dignità, rispettando quelle che erano le sue volontà in merito al fine vita.

Ieri pomeriggio la famiglia della giovane trentenne feltrina che versa ormai da oltre un anno in coma vegetativo irreversibile ha appeso una maglietta a fianco al letto con le parole “non ho parole”, la frase che Samantha ripeteva spesso quando vedeva delle ingiustizie. 

LA STORIA
La famiglia di Samantha D’Incà ha avviato una battaglia legale per far si che si possa mettere fine alle sofferenze della figlia che versa in uno stato vegetativo irreversibile da oltre un anno a seguito di complicanze emerse dopo un’operazione ad una gamba. La trentenne non aveva lasciato nulla di scritto su quelle che erano le sue volontà che invece, a voce, aveva espresso a tutti i familiari. E questo ha reso la battaglia della famiglia molto difficile. A novembre, con una sentenza del tribunale di Belluno, è stata data al padre la tutela di Samantha e questo gli da il potere di accettare la sospensione delle cure su proposta dell’equipe medica. Una decisione conseguente ad un peggioramento delle condizioni complessive di salute della ragazza. Ma da allora la famiglia è in attesa.

Un immobilismo che ai genitori non va bene, soprattutto perché le condizioni della ragazza sono evidentemente peggiorate e ogni volta che vanno a trovarla leggono nei suoi occhi, nei suoi muscoli irrigiditi, la sofferenza che sta provando. «Non mi fermerò mai – racconta papà Giorgio D’Incà -. Finchè avrò vita non mi fermerò mai. Se hai rispetto per la vita dovresti avere anche il rispetto della morte. Io amo profondamente Samantha e la rispetto profondamente. Se ami e rispetti una persona devi saperla anche lasciare andare, per il suo bene. Per ridarle libertà».

LA MAGLIETTA
Un immobilismo che la famiglia non riesce più a sopportare. Ed è per questo che ieri pomeriggio, durante la periodica visita che la famiglia fa a Samantha nella struttura di Cavarzano dov’è attualmente ricoverata, ha appeso di fianco al letto una maglietta con scritto “non ho parole”. Come ci racconta mamma Genzianella, «nei giorni scorsi, mentre il papà di Samantha faceva un giro in centro a Feltre, ha visto in una vetrina una maglietta con queste parole, ed ha voluto prendergliela. Una scritta che per noi ha un significato in quanto nostra figlia, quando c’erano delle situazioni di ingiustizia, la ripeteva. E le capitava spesso di dircelo. Quando l’ho letta mi è venuto da piangere pensando a quello che sta attraversando. Quella che sta vivendo è infatti una vera e propria situazione di ingiustizia e quindi ci siamo sentiti di appendergliela a fianco al letto, come fosse lei a pronunciare quelle parole».

IL MESSAGGIO
Non solo la maglietta. Sopra è stato appeso anche un foglio per lanciare un messaggio chiaro ai sanitari che la stanno seguendo. «Quando le cose non andavano come lei voleva, Samantha concludeva con questa frase: "Non ho parole". Siamo sicuri che in questi momenti, in cui delle persone sono incaricate di decidere di alleviare le sue sofferenze, ridandogli la libertà e la dignità che merita e che vuole, sono colpiti da un immobilismo inspiegabile. Samantha griderebbe questa frase!» Le condizioni della giovane feltrina sono nelle ultime settimane peggiorate, eppure, al momento, i sanitari non propongono di intraprendere il percorso di fine vita. Nelle prossime settimane si attendono degli sviluppi, con l’auspicio che anche questo gesto possa smuovere le coscienze di chi è chiamato a dover prendere una decisione. Che dev’essere fatta per il bene della persona.

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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