Collegare il Cadore e la Carnia, rispunta il traforo della Mauria: per rilanciare il progetto arriva Salvini

Mercoledì 22 Marzo 2023
Il Ministro Matteo Salvini

LORENZAGO DI CADORE (BL) - A distanza di decenni si torna a parlare del Traforo della Mauria, opera infrastrutturale pensata per ridurre i tempi di collegamento tra la Val Tagliamento in Carnia e il centro Cadore, togliendole dall'isolamento, bypassando l'attuale Passo sul quale si snoda la strada statale 52 Carnica, al confine tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, tra i comuni di Forni di Sopra e Lorenzago di Cadore. Venerdì 31 marzo se ne parlerà proprio a Forni di Sopra in occasione della presentazione del Progetto di fattibilità "Traforo del Mauria-ss52 Carnica", studio eseguito dal dottor Gianluca Marcato del Cnrr di Padova. A tenere a battesimo l'iniziativa - ha annunciato il Comune di Forni di Sopra - ci sarà anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.

LA STORIA
Il primo progetto per migliorare la viabilità lungo la statale 52 risale agli anni 60, ma è nel 2004 che viene rilanciato in grande come collegamento autostradale tra la A27 (Venezia-Belluno) e la A23 (Palmanova-Udine-Tarvisio), iniziativa spinta dalle associazioni degli Industriali di Belluno e Udine per unire Longarone a Tolmezzo e dare uno sbocco a nord a Belluno che si formalizzò con un protocollo d'intesa sottoscritto fra gli allora presidenti delle due Regioni, Veneto e Friuli Venezia Giulia, Galan e Illy, assieme all 'allora ministro dei trasporti Pietro Lunardi. Un progetto che mirava al prolungamento della A27 sino a Tai di Cadore, quindi con una "bretella" verso Lorenzago, la realizzazione del traforo della Mauria e poi l'interconnessione con la A23 a Tolmezzo.

IL PIANOFORTE
L'Anas realizzò uno studio di fattibilità con un tracciato di 85 chilometri diviso in tre tronchi (Pian di Vedoia - Caralte 22,7 km; Caralte - Forni di Sopra 22,8 km; Forni Tolmezzo 39,5 km; vari viadotti tra cui quelli di Val Talagona, davanti agli Spalti di Toro, Val di Giaf e Suola lunghi circa 300m, due svincoli previsti per il Cadore, Caralte e Lorenzago, tre per la Carnia, Forni, Socchieve e Cavazzo) per un costo all'epoca in stimazioni poco più di 3 miliardi di euro e un flusso di traffico di 32.000/38.000 veicoli al giorno. Tra le opposizioni dei comitati locali, la burocrazia e le crisi finanziarie il tutto rimase ancora una volta sulla carta, i progetti vennero riposti nei cassetti, spingendo le amministrazioni locali e l'Anas a lavorare sul miglioramento della viabilità esistente, poi concretizzatasi,
Ora c'è curiosità anche in Cadore per capire che evoluzione abbia avuto il progetto , l'eventuale costo e le tempistiche realizzative.
L'idea di uno sbocco a nord per Belluno ha ormai accumulato mezzo secolo di storia. Inizialmente fu la Venezia-Monaco, ma il tratto autostradale non andò mai oltre a Ponte nelle Alpi. Su questo collegamento, vitale per Belluno e oggi anche per tutto il nordest che soffre degli intasamenti che si registrano al Brennero e a Tarvisio, sono state spese fiumi di parole. Poi si ripiegò sulla Mauria. Ma solo sempre solo a parole.
 

Ultimo aggiornamento: 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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