Safilo, 43 dipendenti a rischio: niente accordo sul ricollocamento

Martedì 5 Febbraio 2019 di Federica Fant
Safilo, 43 dipendenti a rischio: niente accordo sul ricollocamento
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LONGARONE - Safilo: ancora nessun accordo per i 43 dipendenti. Sfumata la soluzione, ieri, nel corso di un vertice fra organizzazioni sindacali e azienda, per una ricollocazione di 43 dipendenti dello stabilimento di Longarone in carico al reparto resi, da qualche tempo integrato nella sede centrale di Padova. Lo hanno comunicato le organizzazioni sindacali, che rinvieranno eventuali decisioni all'esito di un'assemblea nei prossimi giorni. 

L'ALTERNATIVA Ai lavoratori sarebbero state offerte da Safilo varie opzioni, fra cui il trasferimento a Padova e la ricollocazione nell'organico di imprese dell'indotto dell'occhialeria bellunese, ma le possibilità non sono state giudicate soddisfacenti dalle controparti. La richiesta del sindacato verte sull'individuazione di nuove mansioni per i 43 dipendenti, fra quelle a cui sono addetti gli altri 950 circa dipendenti di Longarone. Per il settore dell'occhialeria Nicola Brancher, segretario generale della Femca, la Federazione energia moda chimici e affini della Provincia di Treviso e Belluno, presente sia nelle grandi aziende dell'industria, sia in quelle artigianali preferisce non rilasciare dichiarazioni. La vertenza sindacale è aperta da tempo. Già a settembre, infatti, circolava la voce che metà del personale operante nel reparto resi dello stabilimento di Longarone di Safilo sarebbe andato in produzione. Dalle ultime notizie, invece, pare che sia l'intero reparto (che negli anni ha perso il 40% del lavoro) a doversi trasferire. 
IL PIANO Secondo il vecchio piano industriale, questa attività dovrà presto essere trasferita a Padova. Si inserisce qui il lavoro del sindacato, che invece mira a tenere in provincia il maggior numero di lavoratori. Magari di poterlo utilizzare, almeno in parte, nel settore della produzione per far fronte all'aumento di commesse. D'altra parte, lo scorso agosto il nuovo amministratore delegato Angelo Trocchia anticipò a sindacati e Rsu le linee guida del nuovo piano industriale per rilanciare l'azienda, che conta tremila dipendenti fra Longarone, Padova, Santa Maria di Sala e Martignacco. A livello aziendale arrivano segnali incoraggianti nel quarto trimestre, dopo un anno non facile. Negli ultimi tre mesi 2018, le vendite nette preliminari sono state pari a 249,1 milioni di euro, in crescita dell'1,8% (dell'1,3% a cambi costanti) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nella strategia perseguita da Angelo Trocchia si inquadrano una serie di rinnovi importanti di licenze, come la maison Missoni. Un'operazione che si inserisce nel piano di sviluppo che, dati alla mano, pottrebbe portare di nuovo all'utile tra il 2019 e il 2020.
 
Ultimo aggiornamento: 14:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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