Era in malattia ma vinceva gare: nuovi guai per l'ex finanziere De Zolt Ponte

Mercoledì 27 Febbraio 2019 di Olivia Bonetti
Roberto De Zolt
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COMELICO - Vinceva gare sportive, spaccava a picconate il ghiaccio, andava in bici, sul quad, ma stava male per andare a lavorare. Nuovi guai per l'ex finanziere Roberto De Zolt Ponte, 49enne nato a Tolmezzo (Ud) e residente a Comelico Superiore, ex scifondista molto noto per i suoi traguardi sportivi. L'uomo, che da un paio d'anni non è più in servizio nella Guardia di Finanza, è di nuovo alla sbarra per le ripetute assenze sul lavoro. È chiamato a rispondere di falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità. Soffriva di una persistente lombosciatalgia, di mal di schiena insomma, e per questo era stato agevolato nel servizio: avrebbe dovuto fare solo attività interna, con mansioni di piantone nella caserma di Cortina. Ma anche quello sarebbe stato troppo gravoso, tanto che avrebbe inviato certificati per anni. Dal 2006 al 2016 sarebbe ripetutamente mancato dal lavoro per il mal di schiena e nei due anni dal 2014 al 2016 sarebbe mancato 661 giorni: praticamente sempre.
IL PROCESSO Quello che è entrato nel vivo ieri in Tribunale a Belluno è il nuovo filone che vede al centro il finanziere assenteista. Gli anni della contestazione in questo caso sono due: dal 2015 al 2016. Le indagini effettuate dai colleghi che lo filmarono, a sua insaputa, nelle attività ludiche effettuate nei giorni di malattia diedero vita a più procedimenti penali. Quello che si è chiuso a giugno 2017 con la condanna a un anno di reclusione per De Zolt, invece, era relativo all'estate del 2013. Il finanziere, ancora una volta in malattia, andò in ferie in Sardegna. Ma potrebbero essercene altri, visto che le indagini andarono avanti anche nel 2017. L'imputato ieri era in aula, seduto accanto al suo avvocato dello studio Paniz. Mentre i consulenti della Procura con le loro deposizioni davano il carico da novanta alle accuse, si è dimostrato piuttosto agitato, tanto da essere richiamato dal giudice Cristina Cittolin.
I TESTIMONI Ieri hanno parlato i primi testi. Il maggiore Leonardo Landi, che all'epoca era comandante della Compagnia di Cortina e il luogotenente che lo affiancò nelle indagini. Poi i consulenti medici della Procura: la dottoressa Cristina Mazzarolo e il neurochirurgo Maurizio Mattana. «Nei certificati che produceva - ha spiegato la Mazzarolo - non c'è mai una diagnosi, c'era sempre e solo un sintomo, mancano proprio i requisiti di validità. Sono stati prodotti dagli anni 2006 al 2016 e per diverso tempo non ci furono neanche approfondimenti diagnostici. Più volte poi fu visto dalla commissione medica dei suoi superiori che hanno sottoposto all'attività medica definendolo idoneo al servizio». Eppure lui, lamentando la lomboscitalgia, stava a casa. «Erano le conseguenze stabilizzanti della microdiscectomia relativa a un'ernia - hanno detto i consulenti - Era stato operato nel 2003. In costanza di malattia e di assenza dal lavoro però ci sono riprese degli atti i polizia giudiziaria, articoli con gare vinte e attività che De Zolt non avrebbe potuto svolgere se avesse avuto la lombosciataglia acuta». Si torna in aula il 24 settembre.

    
Ultimo aggiornamento: 15:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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