BELLUNO - «Se questa situazione non si sblocca in una settimana-dieci giorni, allora si ferma tutto.
GLI INDUSTRIALI
Spiega l'imprenditore bellunese Ezio De Pra: «Il bitume per gli asfalti ha avuto un'impennata del 600%, l'acciaio non si trova, il gasolio è cresciuto in maniera spaventosa. Non so cosa accadrà: o tutto si risolverà in fretta, oppure a rischio ci sono anche i cantieri delle Olimpiadi. Si tratta di un problema che non possiamo affrontare da soli: io rispondo ai miei soci e alla mia azienda e, se non sono in condizione di lavorare, mi fermo. Le risposte vere devono arrivare da livelli più alti. Prima il Covid, poi la difficoltà nel reperimento delle materie prime che adesso la guerra sta aggravando; infine l'esplosione dei prezzi. In questo momento ci sono tanti lavori già consegnati che non riprenderanno; altrettanto accadrà per opere già appaltate». E fra queste ve ne sono, naturalmente, molte commissionate dai Comuni. Non meno allarmato è Paolo De Cian, presidente degli Edili bellunesi di Confindustria Belluno Dolomiti: «Come associazione di categoria abbiamo sollecitato tutti i livelli, regionali e nazionali». E in una nota, il presidente prevede anche lui possibili esiti negativi per opere destinate alle Olimpiadi: «Senza misure nuove e urgenti è evidente che questa situazione inciderà su tutti i lavori in essere o programmati, dal Pnrr alle prossime Olimpiadi, passando per i lavori del 110 per cento e le ristrutturazioni in genere, che registrano uno squilibrio quotidiano nei conti, mettendone in forse la sostenibilità e fattibilità».
L'AUTOSTRADA
Dalle Olimpiadi di Cortina alla terza corsia dell'autostrada A4 il passo non è breve in termini di chilometri, ma lo è se si pensa all'importanza per lo sviluppo del Nordest. I lavori per l'allargamento delle due carreggiate dell'A4, in particolare tra Alvisopoli e Portogruaro, potrebbero procedere in modo molto più lento del previsto. A confermarlo nei giorni scorsi il presidente di Autovie, Maurizio Paniz: «I cantieri rischiano seriamente una serie di rallentamenti e questo può succedere perché vanno deserti tutti gli appalti».
La crisi nelle forniture dei materiali scoppiata con il Covid, si è aggravata con il conflitto in Ucraina proprio mentre l'economia (e anche i cantieri) è in fase di ripartenza: «Il problema - per Paniz - non riguarda soltanto la crisi dell'acciaio, ma l'aumento di tutte le materie prime legate al mondo dell'edilizia».