Nuova terrazza al Rifugio Auronzo:
«Il balcone è un inno al cemento»

Giovedì 20 Settembre 2018 di Giuditta Bolzonello
I nuovi muri della terrazza presso il rifugio Auronzo
5
Tre Cime di Lavaredo, ennesimo sfregio. Mountain Wilderness accende un faro, con Giancarlo Gazzola e Luigi Casanova, su uno dei siti dolomitici più amati e visitati e mette sotto accusa il balcone panoramico realizzato al Rifugio Auronzo e chi lo ha voluto: «Ancora cemento, un’altra oscenità», dichiarano.
LA DENUNCIA
L’attacco chiama in causa il comune di Auronzo di Cadore colpevole di non saper distinguere fra quanto serve o non serve in montagna a cominciare dal superfluo. Il loro è un richiamo alla consapevolezza. «Alle Tre Cime di Lavaredo non era sufficiente l’umiliazione della strada che in estate porta in quota 2000 auto al giorno -protestano- Un rifugio trasformato in mensa di massa. No. Bisognava offendere le rocce imponendovi anche un balcone. Un inno al cemento, un’oscenità». Una puntuale e dettagliata cronaca dell’ultimo affronto al simbolo per eccellenza delle Dolomiti confermata da fotografie che ben riassumo lo sdegno dell’associazione ambientalista. 
LO SFREGIO
«La bellezza ogni giorno viene offesa da una folle rincorsa al mercato -aggiungono Casanova e Gazzola- da una ormai diffusa incapacità degli amministratori pubblici di sapere distinguere fra quanto è necessario per vivere in montagna e quanto vi è di superfluo». E chiamano all’appello il comune di Auronzo: «Nessuno sentiva la necessità di imporre alle Tre Cime una simile bruttura. Forse solo chi l’ha progettata e chi l’ha accettata sul territorio da lui gestito. Se fosse stato necessario dotare il rifugio di un balcone panoramico era sufficiente lavorare con materiali locali: legno, pietre calcaree e niente altro». Il balcone contestato è parte di un più ampio progetto che prevedeva anche la sistemazione dei cippi dei pastori, risalgono al 1753 e segnarono il confine fra Veneto e Austria, iniziative collegate al Centenario della Grande Guerra, la zona delle Lavaredo è stato uno degli scenari epici del primo conflitto mondiale. Spiega l’ex sindaca Daniele Larese Filon che aveva avviato il progetto: «Il Comune aveva inserito il balcone, in accordo con il Cai di Auronzo, per creare una posizione privilegiata per ammirare il paesaggio. La posizione è tale che si ha l’impressione di essere proiettati nel vuoto per godere da una parte della visione di Misurina e dall’altra della Valle dell’Ansiei. È in cemento, fosse stato in altri materiali si sarebbe notato di più e poi il legno non dura. Difetti se ne possono trovare sempre, tutto può essere impattante. Dobbiamo farci l’occhio». Daniela Larese presta il fianco alle polemiche: la scelta dei materiali è conseguente alla necessità di un’opera che duri nel tempo.
 
Ultimo aggiornamento: 11:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci