Troppa neve in quota, pericolo valanghe: slitta l'apertura di molti rifugi alpini

Lunedì 17 Maggio 2021 di Giuditta Bolzonello
Il rifugio Carducci in alta val Giralba semicoperto di neve alla fine del marzo scorso

BELLUNO - C’è ancora molta neve in montagna, per le escursioni in quota bisognerà attendere, soprattutto per gli itinerari esposte a nord fermo restando che il pericolo valanghe è dato in aumento in considerazione delle ultime precipitazioni: grado di rischio 3, moderato. 

ESORDIO IN BILICO

Per i rifugi l’inizio stagione potrebbe dunque slittare soprattutto per quelli i cui accessi sono totalmente a settentrione come il Vandelli al Sorapiss.

I gestori del rifugio più frequentato delle Dolomiti, per il richiamo esercitato dal laghetto nelle vicinanze, hanno avvisato per tempo che la situazione non è da prendere con leggerezza. E così hanno affidato ai social questo messaggio: «Volevamo informarvi, viste le molte richieste di questi giorni, che i sentieri per raggiungerci non sono ancora in sicurezza per la molta neve e ghiaccio ancora presenti». Non solo neve, anche ghiaccio lungo il sentiero che dal passo Tre Croci sale fino al Vandelli, la titolare ipotizza l’apertura solo dal 20 giugno, «la nostra è l’ultima zona alla quale si accede, il sentiero è a nord e il pericolo è grande per la tanta neve e per i numerosi tratti ghiacciati, scivolare è un attimo -assicura Sabrina Pais - e poi che senso ha rischiare per salire e non vedere nulla, il lago è sommerso dalla neve». 

IL PERICOLO

Neve che non permette, al momento, di predisporre i raccordi per l’acqua fra la sorgente e il rifugio, neve che sconsiglia anche ai pur esperti gestori, sono lassù da 21 anni, di salire in sicurezza. Quando le condizioni lo permetteranno lo faranno, ma per i lavori necessari alla riapertura e poi saranno pronti ad accogliere gli escursionisti. Annuncia l’apertura al 15 giugno Rodolfo Molin gestore del Città di Carpi, nel cuore dei Cadini di Misurina, con la famiglia è alla guida del rifugio dal 1992. Il sito è adatto anche per le aperture invernali che sono state segnate dalla pandemia, si spera nell’estate magari con il ritorno dei turisti stranieri. «Saliremo i primi di giugno e dopo i lavori riapriremo -parola di Bepi Monti del Carducci in alta val Giralba- la neve è ancora tanta, ad inizio marzo il rifugio era sommerso completamente, fortunatamente non ci sono stati danni. Lo scorso anno abbiamo aperto per primi, contiamo di fare lo stesso quest’anno». 


SCENARIO SELVAGGIO

Il Carducci è uno di quei rifugi che si raggiunge solo a piedi, e dopo una lunga ed impegnativa camminata, ma il panorama e l’accoglienza premiano anche la fatica più dura, la scorsa estate non è andata come di consueto, «abbiamo lavorato meno, abbiamo ridotto i posti letto del 50% per attenerci ai protocolli, ma non mi lamento», assicura Monti. La situazione neve è stata favorevole in Centro Cadore, il rifugio Cercenà in territorio di Domegge ha riaperto dal primo di maggio. «C’è meno movimento, mangiare all’esterno in montagna non è piacevole, le temperature non aiutano -spiega Emilio Fundone il giovane gestore che non si perde d’animo- noi siamo ottimisti, se si riesce a tenere aperte le attività e a far entrare gli ospiti pensiamo di poter lavorare, nel frattempo abbiamo sistemato la terrazza e anche il bar». Emilio e Sara non si sono lasciati abbattere dalla situazione, ma hanno pensato a come migliorare l’offerta guardando al bicchiere mezzo pieno e pensando al futuro. Poco sopra, il rifugio Padova è ancora chiuso. 


L’APPELLO

In questi giorni il Soccorso alpino ha fatto più appelli alla prudenza proprio per le condizioni dei sentieri. La neve è un pericolo ancora di più in questa stagione, le insidie sono tante; e anche oggi sono previste altre nevicate per 30, 35 centimetri oltre i 2000 metri. Sui sentieri ci sono anche tanti schianti, alberi crollati nel corso dell’inverno per le pesanti ed abbondanti nevicate, tutti elementi da non sottovalutare in attesa dell’estate.

Ultimo aggiornamento: 17:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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