Nei rifugi la stagione non decolla: "Per l'estate prenotazioni in calo del 70%»

Lunedì 29 Giugno 2020 di Marco Dibona
Rifugio Giussani a 2.561 metri a Forcella Fontananegra
CORTINA D'AMPEZZO - La stagione turistica estiva proprio non decolla nei rifugi alpini. L'emergenza sanitaria ha allontanato alpinisti ed escursionisti esteri: «Siamo qui da una decina di giorni e finora c'è davvero poco lavoro conferma Mauro Dapoz, al rifugio Camillo Giussani, in forcella Fontana Negra, sulla Tofana si muove qualcosa il sabato e la domenica, arrivano un po' di italiani, ma durante la settimana non c'è nessuno. Mancano del tutto gli stranieri. In quanto a prenotazioni, per il resto dell'estate, per ora siamo al 70% in meno. Confidiamo che possano cominciare ad arrivare stranieri, ma per ora piovono soltanto disdette». E le norme sanitarie? «Si riesce a mettere la gente a dormire, ma si dimezzano i posti. Qui avevo camerate da dodici, dove ora posso mettere al massimo otto persone. Poi dipende dal tipo di clientela: anche nelle camere da quattro, se arriva un gruppo familiare, va bene, ma se arriva un alpinista da solo, posso accogliere soltanto lui, senza nessun altro. Siamo qui per offrire un servizio alla gente. Per questo apriamo comunque. Ma quest'anno sarà davvero dura. Speriamo che chi ha promesso di aiutarci, lo faccia sul serio. Magari con una riduzione dell'affitto. Con il Cai di Cortina ne abbiamo parlato». 
IL KIT Il Cai ha annunciato che tutti i rifugi del Club saranno attrezzati con un kit anti Covid: mascherine idonee al lavoro, sanificatore a ozono, termometro per la febbre, saturimetro, cartelli da esporre. «Sono promesse che abbiamo sentito, ma per ora non abbiamo visto nulla. Per aprire abbiamo dovuto dotarci di tutto il necessario, a spese nostre», conclude Dapoz. A San Vito di Cadore, il rifugio San Marco, della sezione Cai di Venezia, è uno dei più vecchi delle Dolomiti, risale al 1895. «È una stagione strana, a sé, non si può fare un confronto con gli anni precedenti, è cambiato tutto esordisce Tania Ossi per ora si lavora davvero poco, esclusivamente con gli italiani, perché gli stranieri sono scomparsi». E le prescrizioni? «Sono disposizioni molto rigide, che cambieranno la nostra possibilità di accoglienza, ma per ora non abbiamo avuto modo di adottarle: non c'è nessuno che pernotta. Lo scorso anno, in questo periodo, c'era già molta gente che dormiva; quest'anno praticamente si fa soltanto ristorazione. Mancano tutti i frequentatori delle alte vie: di qua passano la 3, la 4 e la 5, nella zona del Sorapis e delle Marmarole. Per ora è troppo presto per fare valutazioni realistiche». 
 
Ultimo aggiornamento: 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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