Guida alpina e capo del soccorso alpino, Marco e Diego costretti in cucina per salvare i rifugi: «Non c'è personale»

Venerdì 16 Dicembre 2022 di Claudio Fontanive
Diego Favero e Marco Bergamo

AGORDINO - Dovrebbero essere le sentinelle della Moiazza e dell'Agnèr, due delle montagne agordine più conosciute e apprezzate da alpinisti e sci alpinisti, e invece potremmo vederli quest'inverno impegnati ai fornelli dei loro rifugi.

Perché se l'industria della neve significa impianti di risalita, c'è anche il turismo slow. Significa passeggiate con le racchette da neve, con i ramponcini, ai rifugi. Ma la vita per chi gestisce questo tipo di strutture non è facile, e spesso poco conosciuta.

LE SENTINELLE
Marco Bergamo è un esperta guida alpina agordina, e con la collaborazione della compagna Sharon De Marco, maestra di sci, gestisce il rifugio Scarpa Gurekian, in località Malga Losch, a quota 1735 metri, in comune di Voltago Agordino, ai piedi del monte Agnèr. Diego Favero invece è capo del Soccorso Alpino di Agordo, e assieme alla famiglia gestisce il noto rifugio Bruto Carestiato, località Col dei Pas in comune di Agordo, a quota 1834 metri, alle pendici della Moiazza.

IL CAI
Questi due rifugi sono di proprietà della sezione agordina del Cai Armando Tama Da Roit, la cui nascita risale al 1868, ed è la quarta sezione più antica d'Italia dopo Torino, Aosta e Varallo Sesia. Attualmente il sodalizio, con sede ad Agordo, patria dell'industria dell'occhiale, è presieduto da Dario Dell'Osbel e a fine 2021 contava 1368 tesserati. Per gestire rifugi come i due sopra citati servono profonda conoscenza della montagna: il Cai ha individuato anni fa in Bergamo e Favero due figure con queste caratteristiche.

LA STRADA
D'altro canto in queste due strutture non si arriva in auto; il rifugio Carestiato è raggiungibile da Passo Duran in quarantacinque minuti di cammino, mentre il rifugio Scarpa in un ora e mezza circa, tempi che nel periodo invernale possono essere anche di più a causa della neve che ne rallenta la marcia. Ebbene un rifugista deve avere il tempo e il modo per poter dialogare con l'avventore, dargli dei consigli, tanto più che in molti casi l'approdo al rifugio non è la mèta dell'escursione, ma la metà, nel senso che molti possono proseguire (magari anche d'inverno) verso le cime delle montagne, oppure decidere per il pernottamento.

L'INVERNO
Ebbene questi due rifugi auspicano di poter aprire anche per il prossimo inverno, presumibilmente dal 26 dicembre e fino al termine delle festività natalizie, e di seguito anche in tutti i fine settimana fino alla fine della stagione fredda. Ma le incognite per i loro titolari ci sono, eccome. Se non bastassero le numerose e difficili operazioni di preparazione del rifugio pensiamo alle scorte per i viveri, piuttosto che al funzionamento degli impianti di riscaldamento e dell'acqua c'è anche e soprattutto quella relativa al personale che pesa come un macigno.

I NODI
Il personale locale è molto difficile da trovare data la pressoché piena occupazione nella conca agordina, bisogna cercarlo da altre provincie. Ma ammesso che in questo caso si trovi, ed è già molto difficile, è capitato in passato che quando le nuove maestranze giungono al rifugio (al Carestiato il personale arriva col gatto delle nevi mentre allo Scarpa in motoslitta) la risposta è il classico «no grazie, non fa per me, torno a casa». Punto e a capo. Marco Bergamo confidava che già la scorsa estate sarebbe stato disposto a rinunciare a qualcosa del suo utile a favore di un bravo cuoco, se l'avesse trovato...

LE PROSPETTIVE
I due rifugi in questione hanno una capienza rilevante, considerando che si tratta di strutture di montagna. Lo Scarpa ha 75 posti a sedere e il Carestiato 50. Evidente che per poter accontentare un numero così elevato di avventori, non è sufficiente una gestione familiare ma servono collaboratori, con urgenza. Mancano soltanto quindici giorni all'apertura dei due presidi. Conoscendo la caparbietà e lo spirito di abnegazione di Marco Bergamo e Diego Favero, c'è da aspettarsi comunque che qualcosa di caldo e buono in tavola arriverà. Forse però non potremo stringere loro la mano per ringraziarli oppure per chiedere loro qualche consiglio...potrebbero essere impegnati in cucina.

    
 

Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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