Nuvolau, iniziano i lavori sul rifugio più antico preso in gestione da Emma Menardi

Lunedì 14 Giugno 2021 di Angela Pederiva
Emma Menardi

CORTINA D'AMPEZZO - Fra una settimana comincerà l'estate. Ma l'inverno non è ancora finito lassù, a quota 2.575 metri, dove lo sguardo cattura Marmolada, Pale di San Martino e Civetta in un superbo colpo d'occhio: nell'anno più beffardo per la stagione della sci, mai così tanta neve con così tante restrizioni, il manto bianco avvolge il nido d'aquila più antico delle Dolomiti e passato in gestione a una giovane giramondo, che ha deciso di tornare alle radici ben piantate a Cortina d'Ampezzo. «Non sappiamo quando apriremo, ma sappiamo chi siamo ed è qui che vogliamo stare», confida Emma Menardi, coniugando il suo futuro al plurale perché la conduzione del rifugio Nuvolau sarà una questione di famiglia (Diornista ne è il soprannome ladino), nuovo capitolo di una lunga storia, dopo i 47 anni di Mansueto e Jo-Anne Siorpaes.


DAL CILE

Sono passati tre mesi dall'aggiudicazione del bando emanato dal Club alpino italiano, proprietario dell'edificio arroccato sulla maestosa cima.

Quando il consiglio direttivo del Cai ha deciso che la candidatura della 27enne cortinese era quella giusta, fra le 255 arrivate da tutta Italia e anche dall'estero, Emma stava percorrendo in bicicletta la Carretera Austral che attraversa il Cile, ennesima destinazione della vita dopo Gran Bretagna, Germania, Repubblica Ceca, Australia, Nuova Zelanda, Cina, Giappone, Isole Fiji, Nuova Caledonia. «Ma il mio sogno racconta era tornare in questo posto fuori dal mondo, dove si arriva solo a piedi e non c'è l'acqua per fare la doccia, che mi permette di vedere l'alba e il tramonto tra le mie montagne».


CON LE CIASPOLE

Dicono di lei: «Viaggiatrice, ragazza au pair, marinaia, cuoca, cameriera, imprenditrice, rifugista, traduttrice, ragioniera, cronometrista, volontaria Cisv Parla 6 lingue, a volte dimentica l'italiano ma l'ampezzano mai, ama mangiare e camminare. Ultima passione: il cicloturismo». In questo momento però, più della bici, le servono le ciaspole. «Nell'ultima settimana spiega il livello della neve è calato molto: ora siamo a 1 metro, ma a fine maggio eravamo a 2,5. Camminavamo sul tetto, spalavamo davanti alle porte per cercare di aprirle, passavamo sopra le finestre. Dopo il noleggio di un escavatore e di un elicottero, tre volontari hanno lavorato per cinque giorni di fila solo per ripulire la terrazza attorno al rifugio e hanno liberato per tre volte la teleferica. Così almeno adesso riusciamo a portare su il gasolio e le vettovaglie con quella, mentre all'inizio dovevamo caricarci tutto sulle spalle: due ore e mezza di cammino da Bai de Dones, finché il Comune ha liberato la strada dal rifugio 5 Torri e allora può bastare un'oretta».


IL CANTIERE

Dopo settimane di preparativi e di attesa, anche a causa del maltempo, oggi dovrebbero finalmente iniziare i lavori di ammodernamento dell'immobile, con la messa a norma degli impianti e delle strutture. «Secondo le stime sottolinea la gestrice l'intervento potrebbe durare un paio di mesi. Ma tutto dipenderà dal meteo e dagli imprevisti: allestire un cantiere sulla cresta del Nuvolau non è come farlo in centro a Cortina. L'obiettivo è di completare per prime le opere del bar e della cucina, per cui potremmo immaginare una riapertura ai primi di agosto». Chissà, magari per l'11, nel 138esimo compleanno del ricovero alpino inaugurato nel 1883 (e poi ricostruito nel 1930) grazie alla donazione del barone tedesco Richard von Meerheimb, guarito da una grave malattia ai polmoni respirando l'aria buona della Conca. «L'intenzione del Cai riferisce Emma Menardi è di mantenere lo spirito tradizionale di un rifugio semplice di montagna da 24 posti letto, che accoglie gente da tutto il mondo affinché possa godere della natura che ci circonda. Un luogo in cui l'acqua per cucinare viene portata su da un impianto situato 500 metri più in giù, che va spento con il temporale e che si blocca con il gelo, tanto che bisogna confidare nella pioggia per i bagni. Insomma, abbiamo deciso di raccogliere una grande sfida, che comporterà un notevole impegno. Ma lo sapevamo fin dall'inizio e siamo molto fiduciosi: nonostante i problemi, speriamo che il primo anno sia quello più difficile e che possano seguirgli tempi migliori».


FRATELLI E SORELLE

Emma non sarà sola: con lei ci sono anche i due fratelli e le due sorelle. «Cesare elenca sarà lo chef, Angelo si occuperà della parte tecnica, Margherita ed Erika saranno le cameriere. Siamo in cinque, fra i 22 e i 33 anni e io sono nel mezzo, tutti desiderosi di metterci in gioco. Senza l'appoggio della mia famiglia, non avrei mai potuto buttarmi in questa nuova avventura».

Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 14:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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