Regali in cambio delle foto intime di una 13enne. La mamma scopre tutto, lui patteggia

Venerdì 20 Gennaio 2023 di Olivia Bonetti
Foto intime via smartphone

BELLUNO - Continui pacchi regalo recapitati a casa destinati alla figlia 13enne. C’è voluto poco alla madre della ragazzina bellunese per comprendere che c’era qualcosa che non andava: immediato l’intervento e la scoperta di una situazione di pericolo per la minorenne, che se non presa per tempo chissà dove avrebbe potuto portare. Quei regali erano il “premio” che un ragazzo molto più grande di lei, un 20enne, le spediva in cambio di foto intime della fanciulla. Era il 2021 quando venne alla luce il caso, grazie alla denuncia della madre che abita in città. In tempi record si è fatta giustizia. Ieri, in tribunale a Belluno, il ragazzo, E. M., di Castiglione del Lago (Perugia) difeso dall’avvocato Stefano Gallo, ha patteggiato 6 mesi di reclusione con la condizionale per adescamento di minorenni.

Ha anche risarcito il danno: si era costituita nel processo la famiglia della ragazzina, con l’avvocato Martino Fogliato.

LA SCOPERTA
Scarpe, abbigliamento, borse. Erano questi i regalini che il giovane perugino inviava alla ragazzina conosciuta in rete. Quando la famiglia della 13enne si accorge di quello che stava accadendo controlla il telefono della minorenne e scopre l’agghiacciante retroscena. La giovanissima barattava le sue foto intime con quei regali. Un atteggiamento che si è tramutato in alcuni momenti, anche in delle forme di minaccia. Eppure tutto era iniziato con un semplice messaggio su Instagram, di un ragazzo che le faceva i complimenti: un’amicizia nata sul web come tante. Da lì lo scambio dei numeri di telefono per parlare in chat su whatsapp. E poi le richieste. 

LE INDAGINI
La famiglia si è rivolta subito alla polizia postale, che ha avviato le tempestive indagini. Gli agenti hanno rintracciato immediatamente il contatto whatsapp, identificato nel ragazzo di Perugia. È scattata la perquisizione all’alba: gli hanno sequestrato telefono, memoria del computer, tutti gli apparati informatici. Fortunatamente quegli scambi erano rimasti limitati alla minorenne e il ragazzo: non c’era stata diffusione delle immagini intime e non si è ravvisato il reato di revenge porn. Il 20enne si è ritrovato nei guai per l’accusa per adescamento di minorenne e il fascicolo aperto dalla Procura di Venezia, competente per questo tipo di reati, è approdato in aula a Belluno.

LA SENTENZA
Il giovane imputato ha fatto richiesta di patteggiamento e nel frattempo la vittima si è costituita parte civile, con l’avvocato Fogliato. Ieri l’epilogo con la lettura della sentenza: 6 mesi di reclusione pena sospesa. 

LA PIAGA
I carnefici a caccia di vittime si servono sempre più spesso anche del web. Uomini adulti che carpiscono la fiducia delle ragazzine riuscendo alla fine a farsi girare foto e video osè. Spesso (non è questo il caso) scatta anche la trappola: «Se non fai quello che dico io giro tutte le foto e i video ai tuoi genitori». È il porno-ricatto, un reato che è stato ravvisato diverse volte anche in provincia.

Ultimo aggiornamento: 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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