Autista sequestrato da tre banditi: rubati gli occhiali

Martedì 6 Agosto 2019 di Nicola Cendron
Una pattuglia dei carabinieri
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E’ stato fermato e costretto ad accostare il suo furgone, mentre era in viaggio tra il Bellunese e il Vicentino. Tre malviventi, scesi da un’utilitaria, lo hanno prima immobilizzato e poi, con risolutezza, si sono impossessati del mezzo e del suo prezioso carico, 50mila euro in occhialeria di vario tipo. Un rapimento in piena regola visto che l’autista è stato costretto a compiere un lungo viaggio, legato e bendato, prima di essere abbandonato, legato a un albero, in una zona isolata a Pederobba. 
Una vicenda terribile quella avvenuta venerdì scorso, che ha visto come vittima un autotrasportatore di 56 anni, residente a Bassano del Grappa e di origini tarantine, dipendente della “Mediagroup” di Rosà, in provincia di Vicenza. Ora su questa rocambolesca rapina (con annesso sequestro di persona) indagano i carabinieri di Treviso che stanno, in questi giorni, cercando riscontri a quanto raccontato dall’uomo. Per ora gli investigatori non escludono alcuna pista. Nè hanno trovato il furgone e tantomeno la preziosa merce che anzichè finire nei negozi andrà venduta online o all’estero da negozianti compiacenti e altri semplicemente incauti, ma inconsapevoli della provenienza furtiva. 
IL RAPIMENTO
L’incubo per il 56enne comincia alle 16 di venerdì. L’autista vicentino aveva ritirato poco prima un prezioso carico di occhiali in una delle aziende ottiche del bellunese, e stava affrontando il viaggio di ritorno. Mentre sta percorrendo via Cadore al confine tra Ponte nelle Alpi e Belluno, l’autotrasportatore avverte subito che qualcosa non quadra: un’auto, con tre persone a bordo, segue il furgone molto da vicino, poi lo affianca, superandolo e costringe così l’autotrasportatore ad accostare e fermare la marcia del mezzo. Comincia così quella che sembra essere una rapina degna di un film d’azione, certamente ben architettata dai suoi ideatori. Dall’auto, una vettura di media cilindrata, scendono tre persone che hanno il volto travisato da alcune maschere, per non essere riconosciute. Il 56enne non ha neppure il tempo di reagire: viene legato con delle fascette da elettricista ai polsi, bendato con una striscia di stoffa nera e quindi sistemato nel cassone, impossibilitato a muoversi. 
IL RILASCIO
I malviventi, a questo punto, hanno il pieno controllo del furgone e con questo mezzo effettuano, per un tragitto ignoto, un viaggio di oltre un’ora per le strade tra la provincia di Belluno e la Marca. Il mezzo si ferma solo a Pederobba, in una zona isolata: qui i tre banditi fanno scendere l’autotrasportatore, lo legano a un albero per ritardare la sua richiesta d’aiuto alle forze dell’ordine e quindi dileguano nel nulla, facendo perdere le proprie tracce assieme al mezzo (non ancora ritrovato). Attorno alle 17.30, quindi circa mezzora dopo essere stato legato alla pianta, l’autotrasportatore riesce a liberarsi e raggiunge a piedi un’azienda della zona, il birrificio “Petra rubla” di via Martinelli dove chiede aiuto ai titolari dell’azienda che subito allertano i carabinieri. I militari raccolgono la prima testimonianza del 56enne, ovviamente molto scosso per l’accaduto. 
LE INDAGINI
La vicenda presenta ovviamente non pochi punti interrogativi e oscuri. Aspetti ancora misteriosi che le indagini dell’Arma dovranno chiarire. In questi giorni sono state passate al setaccio le telecamere di videosorveglianza delle strade che potrebbero essere state attraversate dal furgone guidato dai malviventi durante il lungo tragitto percorso da Ponte nelle Alpi a Pederobba. I malviventi, se vi fossero riscontri a questa versione, si sarebbero presi, senza dubbio, dei rischi enormi e sarebbero stati immediatamente scoperti nel caso di un controllo da parte delle forze dell’ordine. Ma non è andata così. Per la verità si dovrà attendere.
Ultimo aggiornamento: 11:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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