Dopo 36 edizioni il Rally Bellunese viene cancellato a poche ore dalla partenza: «Non c'è sicurezza»

Sabato 9 Aprile 2022 di Davide Piol
Il rally belllunese
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BORGO VALBELLUNA - «Quest’anno avevamo un parco macchine da signori, ben 95, e ora dobbiamo restituire le quote d’iscrizione. Il danno non è solo nostro ma di piloti, gommisti, meccanici, sponsor, ristoratori. Noi muoviamo circa 900 persone». Achille “Brik” Selvestrel, presidente delle Tre Cime Promotor, è ancora scosso per l’annullamento della 37esima edizione del Rally bellunese che si sarebbe dovuta svolgere oggi e domani. Secondo il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica mancavano i presupposti per una gara sicura. Quindi la decisione di rinviarla. 
Il Comune di Borgo Valbelluna, in cui sarebbero passate le macchine da rally, ha espresso vicinanza «agli organizzatori e alle molte attività ricettive dell’intera Valbelluna interessate per il danno economico subito». Selvestrel ha infatti spiegato che le spese per organizzare due gare di rally – quella a Borgo Valbelluna e quella in Nevegal – si aggirano sui 200mila euro. In questo caso erano già state ordinate le borse, le magliette, i cartelli (5.600 euro solo di tipografia), pagata l’assicurazione (quasi 10mila euro), noleggiati i furgoni e le pile di gomme da mettere a bordo strada. I piloti avevano pagato l’iscrizione, fatto la visita medica. I ristoratori e gli albergatori erano pronti ad accogliere centinaia di persone. 
Insomma, tutto era pronto. «I piloti sono infuriati – ha commentato Selvestrel – erano contenti di correre qui. Le strade sono belle, il tempo sarebbe stato ottimo e avrebbero portato parenti, amici, sponsor. Ci stanno chiamando da tutt’Italia». Ma cos’ha portato all’annullamento di una gara a cui la Provincia aveva dato l’ok? «Abbiamo recepito il risultato di un collaudo – ha spiegato il presidente Roberto Padrin – che era stato fatto su una strada dove erano emerse alcune criticità che, ai tecnici della Provincia, sembravano sostenibili per un evento del genere. Esprimo un grande dispiacere perché qui si tratta di una manifestazione importante per il nostro territorio e una perdita economica per gli organizzatori che mi auguro possano recuperarla in un’altra data». 
Il prefetto Mariano Savastano ha voluto mettere le mani avanti sottolineando il suo impegno a trovare una via d’uscita: «Non c’è nessuna polemica. Il Comitato ha accertato una carenza nelle misure di sicurezza. Il rally è una manifestazione sportiva che ha un grado di rischio intrinseco e quindi è necessario avere adeguate barriere di protezione». Nel verbale del primo aprile, a seguito del collaudo, è stata invece sottolineata la presenza in almeno tre punti del percorso di barriere “vetuste e inadeguate” con “capacità di tenuta non nota”. «Inoltre – ha continuato il prefetto – non è stato presentato il piano di sicurezza né a noi, né ai vigili del fuoco, né alla polizia». C’è poi il problema riguardo alle persone a bordo strada: «Hanno deciso di farlo senza pubblico ma alcuni passaggi sono vicini alle case. Senza contare che devi avere comunque delle regole che ti portano a intervenire sulle zone in cui gli appassionati si potrebbero radunare». 
A questo punto sorge spontanea una domanda: com’è possibile che gli organizzatori non abbiano avuto problemi per 36 edizioni? Non sono mai stati controllati in modo adeguato o le norme riguardanti manifestazioni di questo tipo si sono inasprite? «L’anno scorso – ha raccontato Selvestrel – c’era la stessa situazione e non ci hanno detto niente Noi cerchiamo di rinviare la gara, però manca il presupposto e non ho voglia di rimetterci altri soldi. La Federazione ci avrebbe fornito due date ma ora come ora non me la sento e rischia di saltare anche l’Alpe del Nevegal. Bastava che dicessero “sistemate quelle due cose” e l’avremmo fatto, invece avevano già deciso». 
 

Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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