Malga Fontana Secca luogo del cuore: l'alpeggio rinasce grazie al Fai

Sabato 10 Luglio 2021 di Eleonora Scarton
La presentazione ieri del progetto di recupero di Fontana Secca

QUERO VAS - Presentato ieri il progetto di recupero e valorizzazione di Monte Fontana Secca e Col de Spadarot che, grazie al grande impegno del Fai, tornerà a diventare un luogo ricco di tradizione, ma con uno sguardo rivolto al futuro. La Fondazione, negli ultimi anni, ha eseguito alcuni interventi di messa in sicurezza ma, a maggio 2022, sarà dato il via alla seconda fase del cantiere con il restauro dello stallone, il cui costo totale di 700mila euro è in buona parte già coperto dalle recenti donazioni. 

L’INIZIATIVA 
Il Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano) ha presentato ieri a Monte Fontana Secca, a 1.500 metri di altezza, il progetto definitivo per il restauro e la valorizzazione del compendio agricolo pastorale di Monte Fontana Secca e Col de Spadaròt, una malga situata nel territorio comunale di Quero Vas. Un progetto incentrato sul recupero di 150 ettari di boschi e pascoli d’alta quota ricevuti in donazione nel 2015 da Liliana e Bruno Collavo, in memoria dei genitori Aldo Collavo ed Erminia Secco. In questi tre anni il Fai ha eseguito le attività necessarie per la realizzazione dei lavori di recupero: sono stati fatti gli interventi di messa in sicurezza dei fabbricati e il relativo sgombero di detriti e i rilievi preliminari sull’area dei fabbricati e sulle trincee della prima guerra mondiale. Si è quindi proceduto con le indagini ambientali, geologiche e idrogeologiche e per la sostenibilità energetica, e nel 2019 sono stati completati i lavori di sistemazione della strada forestale di accesso alla malga con il contributo della Regione Veneto. Parallelamente è stato anche aperto un “cantiere della conoscenza”, funzionale al progetto di valorizzazione e incentrato sulla pagina di storia che qui è stata scritta durante la Grande Guerra. Il Fai ha avviato a questo scopo un accordo di collaborazione con l’Università degli Studi di Padova con sei borse di studio a giovani studiosi per la ricerca archivistica, la raccolta di materiale documentario e la ricognizione e mappatura delle emergenze belliche di Fontana Secca. Grazie a un finanziamento erogato dal Ministero della Cultura è stato inoltre possibile iniziare a organizzare le informazioni raccolte su una piattaforma digitale. 

IL PROGETTO DEFINITIVO 
La giornata di ieri aveva l’obiettivo di illustrare il progetto definitivo di valorizzazione del sito. Prevede la riattivazione dell’alpeggio con la riqualificazione e gestione dei pascoli e delle aree forestali e il restauro e l’adeguamento funzionale in chiave sostenibile degli edifici della malga, che tornerà ad accogliere le attività tradizionali. Entrando nel dettaglio, sarà eseguita la ricostruzione dello stallone oggi ridotto a rudere dove verrà realizzato un centro di formazione e didattica nonché di ospitalità (16 i posti letto). Ci sarà poi il recupero dei pascoli e il restauro di tutti i fabbricati della malga (casa del malgaro, casera e una tipica stalla aperta, cosiddetta “pendana”) per ospitare le attività tradizionali dell’alpeggio estivo. Nella casera di valle troverà alloggio il malgaro, la casera di monte invece verrà occupata dal caseificio per la produzione di prodotti tradizionali. La “pendana” sarà utilizzata come ricovero di emergenza del bestiame e sala mungitura e ospiterà i locali tecnici per la sostenibilità energetica e idrica del sito. 

LE SINERGIE 
Il progetto Alpe fonda le proprie radici dal Protocollo d’Intesa firmato nel 2018 tra Fai, comune di Quero, comune di Alano di Piave e Unione Montana Feltrina.

Ora, grazie al significativo contributo di Fondazione Same, che ha voluto sostenere il progetto di recupero di Fontana Secca con 300mila euro, e al generoso legato testamentario di Nereo Rosin, il Fai si rimette al lavoro, per raggiungere al più presto l’obiettivo.

Ultimo aggiornamento: 07:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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